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Moro e Göttler partiti per la cima, arrivati a campo 1

Nanga Parbat (Photo ©thenorthface emilioprevitali)

UPDATED – ISLAMABAD, Pakistan — Sono arrivati a campo 1 Simone Moro e David Göttler, partiti oggi alle 13, ore pakistane, dal campo base per provare a raggiungere la cima del Nanga Parbat, per la prima volta nella storia in inverno. Nelle prossime ore, consultati i nuovi bollettini meteo, decideranno la strategia per domani e dopo. Al momento contano di poter sferrare l’attacco finale tra lunedì e martedì prossimo: “la vetta è quasi 5 chilometri più in su – ci spiega Moro, che sembra calmo e concentrato -, tra 4 giorni se va bene…”.

Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato pochi minuti fa da Emilio Previtali sulla sua pagina Facebook, i suoi due compagni sono arrivati al campo 1 dove hanno trovato anche Jacek Teler e Michal Obrycki, i due polacchi partiti anche loro questa mattina dal campo base.

“La nostra tendina non è stata danneggiata dal vento o dalla neve – hanno riferito Moro e Göttler a Previtali -, fortunatamente. Al momento a C1 è molto freddo e ventoso, nelle prossime ore Karl Gabl fornirà il suo importantissimo punto di vista sulle previsioni meteo e da quel momento si capirà se questa piccola finestra di bel tempo prevista per lunedì e martedì merita di essere sfruttata oppure no”.

Le tappe tra un campo e l’altro saranno lunghe, con un alto dislivello da coprire. La prima, quella di oggi, dal campo base al campo 1: 1500 metri di dislivello, ovvero da 3600 metri a 5100. Con le nuove previsioni meteo in arrivo decideranno la strategia per i giorni dopo. “A campo 1 vedremo se proseguire il giorno dopo – aveva spiegato ieri Moro – , direttamente fino a campo 3, o se fermarci al 2. Dipenderà dal tempo. Se dovessimo arrivare direttamente al terzo campo saranno almeno altri 1500 metri di dislivello”.

Il campo 3 infatti, si trova a 6700, 6800 metri di quota. Una volta qui ci saranno circa altri 1400 metri da superare per arrivare sulla vetta del Nanga Parbat, alta 8125 metri. “E’ un tratto eterno – continuava l’alpinista bergamasco -, all’ombra e su un altro versante” – il Diamir, dove infatti sbuca la via Schell che parte dalla parete Rupal.

David Göttler e Simone Moro studiano la situazione sopra C3 (photo ©thenorthface_davidgöttler)

Con Moro e Göttler ci saranno anche gli altri due alpinisti polacchi. Tomasz Mackiewicz e Pawel Dunaj partiti ieri e attualmente già più in alto. “Tomasz e Pawel dovrebbero nel frattempo essere arrivati a C2 – continua infatti Previtali -, un’ora fa circa erano 200 metri sotto alla truna in cui hanno depositato il loro materiale e installato il loro campo. Anche loro mi hanno segnalato per radio vento forte.”

I due team hanno intenzione di collaborare nella scalata da sopra campo 2, intorno a quota 6400 metri di altitudine.

La vetta del Nanga Parbat sarebbe per tutti loro una grande “conquista”, in quanto oltre al K2 il Nanga è l’unico ottomila a non essere mai stato scalato in inverno. Per Simone Moro però, sarebbe sicuramente un successo speciale, in quanto lo porterebbe ad essere l’unico uomo al mondo ad aver compiuto 4 salite invernali sugli ottomila, dopo Shisha Pangma, Makalu e Gasherbrum II. Nonostante la “posta in gioco”, l’italiano rimane al momento calmo. “La via è talmente lunga che è impossibile agitarsi – ci spiega quando gli chiediamo se è emozionato -, la vetta è quasi 5 chilometri più in su, tra 4 giorni se va bene…Forse sono quello con meno affanno. Tre ottomila d’inverno mi danno calma, e gestisco le emozioni in modo razionale in montagna”.

“Simone mi sembra il più tranquillo di tutti qui – scriveva ieri anche Emilio Previtali, che potrebbe salire ai campi alti andando incontro ai compagni nella loro fase di discesa -, quello che ha meno fretta di muoversi per andare in cima. Ha pazienza, mi sembra questa la sua forza”.

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