BRUXELLES — I cambiamenti climatici non sono più un problema "futuro". La necessità di una risoluzione pratica è sul tavolo dell’Unione Europea, che entro mercoledì dovrà varare una strategia per adattarsi a vivere in un ambiente instabile, in cui saranno sempre più frequenti inondazioni, incendi, tempeste, carestie e nuove malattie.
La nostra vita quotidiana sarà modificata da nuove necessità. Non è il solito allarmismo, l’urgenza è concreta. E l’Europa vuole rispondere con programmi precisi.
Mercoledì prossimo verrà varato dall’Unione Europea la stategia per l’adattamento al cambiamento climatico. Le strategie approvate a marzo contro il riscaldamento del pianeta non sono sufficienti. E’ necessario attuare un vero piano d’azione.
I programmi previsti sono rivolti su più fronti, con il coinvolgimento di Bruxelles, di governi, delle autorità regionali, locali e di tutti i cittadini.
Da una parte, le "azioni soft", come il taglio agli sprechi idrici, il cambiamento delle rotazioni e della semina dei raccolti e l’uso di sementi resistenti alle siccità.
Tra i provvedimenti più impegnativi e costosi, ci sono l’innalzamento degli argini di canali e dighe, lo spostamento di porti, industrie e città costruite in aree costiere particolarmente basse o a rischio di inondazioni, nonché la costruzione di nuove centrali per sostituire quelle idroelettriche, destinate a chiudere i battenti. Fino ad arrivare allo spostamento di alcune città a rischio.
I cambiamenti influenzeranno profondamente il turismo. Secondo le previsioni, le coste del Mediterraneo saranno affollate di turisti in primavrea e autunno, mentre l’estate tenderà ad avere temperature proibitive. Meta delle vacanze estive saranno, invece, le coste atlantiche e del Mare del Nord.
Unico elemento positivo è il ruolo di primo piano che stanno acquisendo le aziende europee per le strategie e tecnologie d’adattamento al surriscaldamento. Provvedimenti saranno presi anche sul versante delle tecniche di costruzione e dei servizi assicurativi.
Candida Cereda
