Ghiacciai himalayani a rischio: allarmi e indiscrezioni nel nuovo rapporto Ipcc
STOCCOLMA, Svezia – Nell’ipotesi più drammatica, da qui alla fine del secolo i mari saliranno di 62 centimetri e la temperatura crescerà di 3,7 gradi rispetto al periodo 1986 – 2005; in quella più ottimista, i mari cresceranno di 24 centimetri e la temperatura aumenterà di un grado rispetto al periodo 1986 – 2005, dunque di 1,7 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Sono i numeri di due dei quattro scenari sul futuro evolversi degli ecosistemi di fronte ai cambiamenti climatici, che sarebbero contenuti nell’ultimo rapporto Ipcc sull’argomento. Ieri a Stoccolma si è aperto il summit del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, per approvare il primo volume del nuovo report, dedicato allo stato attuale delle conoscenze delle scienze climatiche, e già circolano diverse indiscrezioni sui contenuti del documento.
Il report conterrebbe quattro scenari per la fine del secolo. Secondo quello più drammatico, i mari saliranno di 62 centimetri e la temperatura crescerà di 3,7 gradi rispetto al periodo 1986 – 2005; mentre, quello più ottimista ipotizza che i mari cresceranno di 24 centimetri e la temperatura aumenterà di un grado rispetto al periodo 1986 – 2005, dunque di 1,7 gradi rispetto all’epoca preindustriale.
Alla vigilia dell’apertura del summit, lo stesso presidente dell’Ipcc Rajendra Pachauri ha lanciato l’allarme sui ghiacciai himalayani: il loro scioglimento, ha spiegato, avviene così velocemente che nei prossimi due decenni intaccherà le riserve di acqua di una popolazione doppia rispetto a quella statunitense. “E’ una cosa di cui preoccuparsi”, ha commentato Pachauri in un’intervista al Financial Times. Proprio il tasso di scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya era stato al centro di una controversia su una previsione sbagliata dell’Ipcc, che nel 2010 aveva ammesso di “non aver rispettato gli standard di evidenza”. Secondo quanto riportato nel paragrafo incriminato, risalente al 2007, i ghiacciai dell’Himalaya si stavano sciogliendo più velocemente che in ogni altra parte del mondo, ed avevano un’elevata probabilità di scomparire entro il 2035, o addirittura prima. Nell’intervista Pachauri torna sulla vicenda, rassicurando invece sull’attendibilità del report 2013, la cui presentazione è prevista per venerdì 27 settembre. “Quell’errore fu evidenziato in tutto il mondo, e ci scusiamo”, ma “questo non toglie nulla al fatto che i ghiacciai del mondo, inclusi quelli sull’Himalaya, si stiano sciogliendo”.
Il report di quest’anno si focalizzerà anche su due aspetti di sempre maggior interesse, come il cambiamento dei livelli del mare e il rallentamento del tasso di riscaldamento globale negli ultimi 15 anni. “Diremo qualcosa su questo”, ha detto il presidente dell’Ipcc, secondo il quale le persone dovrebbero tenere bene a mente un report dell’Organizzazione metereologica mondiale, che mostra come il primo decennio del secolo sia stato il più caldo degli ultimi 160 anni.
E guardando alla Conferenza delle parti delle Naizoni Unite sui cambiamenti climatici, che si aprirà l’11 novembre a Varsavia, Pachauri ha spiegato che vorrebbe che i governi studiassero in modo più approfondito il report Ipcc. “In due settimane passate a discutere di cosa è necessario fare sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, un minimo di tre o quattro giorni dovrebbe essere dedicato a focalizzarsi sulla scienza. Penso che le persone capiscano cosa significa rimandare gli interventi solo quando realizzano quali siano i costi dell’inazione e a cosa essa porta nelle varie parti del mondo”.
Link per approfondire:
http: www.ipcc.ch