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Everest: una Piramide multiculturale

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LABORATORIO PIRAMIDE EVEREST, Nepal (Ansa) — All’inizio, quando era stata appena montata sul versante nepalese dell’Everest, la Piramide era popolata soltanto da italiani. Ora a distanza di 17 anni, sono dei ragazzi nepalesi che se ne occupano.

”Uno dei ricordi piu’ belli era quando si dormiva all’interno e sembrava di toccare le stelle, oppure sembrava che ti nevicasse addosso”, ricorda uno dei veterani del Laboratorio Piramide del Comitato Ev-K²-Cnr, Aurelio Marolli.
 
A distanza di 17 anni, durante l’inverno la Piramide continua ad essere abitata per la manutenzione delle stazioni di rilevamento, ma adesso sono dei ragazzi nepalesi ad occuparsene. Un processo avviato sette-otto anni fa, con due ragazzi nepalesi. ”Un anno e mezzo fa abbiamo preso la decisione di trasferire la gestione dal personale italiano a quello nepalese”, dice il presidente del Comitato, Agostino da Polenza.
 
Oggi nel laboratorio lavorano e vivono sei giovani tecnici nepalesi che si danno dei turni, piu’ due che stanno seguendo il tirocinio per gestire le stazioni di rilevamento. ”Io studio scienze e lavoro qui”, dice Laxman Adhikari, 25 anni, di Kathmandu: ”Lavorare nella Piramide e’ molto interessante per me perche’ posso imparare a conoscere la tecnologia piu’avanzata: una cosa che senz’altro mi sara’ molto utile in futuro”. Delle pulizie e della cucina si occupano cinque persone nepalesi. Il cuoco, nepalese anche lui, ha imparato benissimo la cucina italiana.
Enrica Battifoglia

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