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Jacek Berbeka al Broad Peak, cerca il fratello morto nella prima invernale

Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski (Photo ExWeb courtesy TVN24)
Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski (Photo ExWeb courtesy TVN24)

ISLAMABAD, Pakistan — Un team polacco è partito alla volta del Broad Peak in cerca dei corpi di Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski, i due alpinisti morti lo scorso marzo dopo aver raggiunto la vetta dell’ottomila pakistano per la prima volta nella storia in inverno. La spedizione è composta dal fratello di Berbeka, Jacek, da Jacek Jawien, Krzysztof Tarasiewicz e due giornalisti. Poi al campo base della montagna dovrebbe trovarsi anche la famiglia di Kowalski.

Il 5 marzo 2013 il team polacco guidato da Krzysztof Wielicki e composto da Maciej Berbeka, Adam Bielecki, Tomasz Kowalski ed Arthur Malek, ha ottenuto la cima del 12esimo ottomila della terra salito in invernale. Ora all’appello ne mancano solo due – K2 e Nanga Parbat – ma il Broad Peak è costato un caro prezzo a due dei 4 alpinisti arrivati in vetta: Berbeka e Kowalski sono infatti morti nella fase di discesa.

Il 16 giugno scorso Jacek Berbeka, Jacek Jawien e Krzysztof Tarasiewicz sono arrivati in Pakistan, diretti al Broad Peak per tentare di ritrovare i loro corpi. Secondo il sito polacco Rmf24.pl i tre sarebbero alpinisti esperti e Berbeka avrebbe finanziato la spedizione di tasca propria. Del resto lo stesso progetto Polish Himalayan Winter 2010 – 2015, che finanzia le spedizioni nazionali polacche dirette agli ottomila, avrebbe subito una battuta d’arresto a seguito dell’incidente mortale.

“Non riesco a immaginare di lasciare mio fratello e il suo compagno in un luogo dove potrebbero essere esposti agli sguardi curiosi di estranei” – avrebbe dichiarato Berbeka alla stampa nazionale.

Secondo quanto spiegato da Adam Bielecki, fuori classe dell’alpinismo polacco odierno nonché uno dei 4 scalatori andati in vetta al Broad Peak, le probabilità di trovare i corpi di Berbeka e Kowalski non sarebbero tuttavia molte. Già il 6 marzo scorso, vale a dire il giorno dopo la cima, l’alpinista pakistano Karim Hayat aveva raggiunto la crepacciata a una quota di 7700 metri sulla via normale al Broad Peak, in cerca dei due dispersi: nonostante l’ottima visibilità il sopralluogo non aveva dato risultati. Tuttavia Karim Hayat potrebbe aver visto, per un breve lasso di tempo, Maciej Berbeka in un punto lontano.

Secondo le ipotesi più plausibili avanzate già a pochi giorni di distanza dalla scomparsa dei due, è possibile che gli alpinisti siano caduti in un crepaccio o siano precipitati, sfiniti durante la discesa.

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Un commento

  1. Ammirevoli gli alpinisti che cercano di recuperare i caduti. Ho visto un video su You Tube che faceva vedere i cadaveri di alpinisti sparsi sul versante dell’Everest. Non è uno spettacolo edificante guardare in faccia chi ci ha lasciato la vita anche se si comprende le grandi difficoltà da affrontare per un eventuale recupero. Auguro a tutto il team di riuscire nell’impresa.

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