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Estate in Karakorum, tra esplorazione e gli "indecisi" degli ottomila

K2
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SKARDU, Pakistan — E’ pronta a cominciare la nuova stagione alpinistica in Karakorum. Numerosi team sono infatti in partenza per le alte montagne pakistane. Come sempre ci saranno gli ottomila: quest’anno le mete più gettonate sarebbero Nanga Parbat e i Gasherbrum, a seguire K2 e Broad Peak. Da rilevare una certa tendenza “all’indecisione” nella scelta dell’obiettivo: in molti decideranno sul posto se provare l’uno o l’altro ottomila. Poi ci sarà chi si dedicherà all’alpinismo esplorativo e alle Big Wall: oltre ai Ragni di Lecco all’Uli Biaho e a Alberto Inurrategi, Mikel Zabalza e Juan Vallejo al Paiju Peak, anche tanti altri, tra cui Hansjörg Auer, Simon Anthamatten e Nicolas Favresse.

Iniziamo dagli ottomila, anzi dall’ottomila pakistano più alto, il K2, negli ultimi anni non molto frequentato. In questa stagione ci sarà una spedizione giapponese composta da 8 membri e 4 portatori d’alta quota pakistani: secondo i piani, riportati da Explorersweb, dovrebbero arrivare al campo base il 23 giugno, prevedendo il tentativo di vetta nella prima settimana di agosto. Sulla stessa montagna dovrebbe esserci poi un team internazionale di cui farebbero parte anche alpinisti austriaci e greci: il gruppo però, potrebbe forse tentare anche il Broad Peak.

Al K2 ci sarà Alex Txikon, che questa primavera ha salito il Lhotse suo decimo ottomila, e che torna in Karakorum a distanza di pochi mesi dalla prima invernale al Laila Peak. Oltre all’alpinista basco, dovrebbe esserci poi Ferran Latorre, anch’egli reduce dal Lhotse: “dovrebbe” perché anche in questo caso l’obiettivo della spedizione non è certo, dal momento che lo spagnolo contempla anche la possibilità di salire uno dei Gasherbrums o entrambi. Infine, secondo Desnivel, un terzo spagnolo, Òscar Cadiach, tenterà il Gasherbrum I: la montagna sarebbe per lui il suo 13esimo ottomila senza ossigeno.

Ma come mai tanta indecisione sulla meta? “Scelgono un ottomila o l’altro in base alle condizioni o se la trovano troppo difficile – spiega Maurizio Gallo, responsabile delle attività in Pakistan del Comitato EvK2Cnr e grande conoscitore della zona -. Salgono a campo 2 dei Gasherbrum, poi trovano troppo vento e si spostano al K2, dove arrivano fino a campo 2 e magari poi decidono che è troppo difficile e tornano ai Gasherbrum. Cercano di non ‘sprecare’ il viaggio in Pakistan, sfruttano i diversi permessi comprati a pacchetto dalle agenzie per cercare di salire almeno una cima, approfittando della vicinanza tra un ottomila e l’altro, una situazione che manca in Nepal dove invece gli ottomila sono più distanti. Come dire: spendo tanti soldi, aggiungo qualche dollaro in più per non tornare a casa a mani vuote. E’ un modo ancora più consumistico di intendere queste spedizioni, una tendenza che mi sembra sia diventata più marcata negli ultimi anni”.

Una tendenza non positiva secondo Gallo, anche dal punto di vista dei pericoli della scalata. “Se uno sale fino a campo 2 di una montagna poi cambia idea e sale ai campi altri di un’altra – dice infatti -, perde chiarezza sugli obiettivi, non ha la giusta motivazione per arrivare in cima, essenziale per una vetta come il K2 per esempio. Oltre al fatto che questo modo di fare non consente agli alpinisti di conoscersi, di creare dei gruppi di salita stabili: un giorno ci sono 3 persone, il giorno dopo 3 diverse. E’ peggio delle spedizioni commerciali che almeno si conoscono al campo base: così facendo non si creano quei rapporti umani che fanno la differenza in caso di difficoltà”.

L’ottomila più gettonato quest’anno secondo Explorersweb è il Nanga Parbat, dove sarebbero attese circa 50 persone. Saranno di stanza ai piedi del versante Diamir, da dove saliranno la via Kinshofer, vale a dire la “normale”. Ci saranno una spedizione polacca, una indipendente pakistana (che starebbe già lavorando alla salita), una ucraina di cui farebbero parte anche due alpinisti della Georgia e due slovacchi, poi un gruppo polacco, uno turco e alcuni romeni.

Al Broad Peak è in arrivo una spedizione internazionale di cui fanno parte svizzeri, austriaci, tedeschi e olandesi. Infine i polacchi Artur Hajzer e Marcin Kaczkan tenteranno di scalare GI e GII, valutando la possibilità di compiere la traversata integrale da cima a cima.

Sempre in Karakorum ma cambiando tipologia di alpinismo, molti forti nomi della scena internazionale tenteranno di salire altre cime pakistane. Come già detto, ci sarà la spedizione di Alberto Inurrategi, Mikel Zabalza e Juan Vallejo al Paiju Peak, dove attaccheranno in stile capsula una parete di roccia di 1000 metri e centinaia di metri di ghiaccio e neve. Ci saranno sulla sud-est della torre di Uli Biaho i Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e Luca Schiera, accompagnati da tre dei più promettenti alpinisti delle Alpi, Saro Costa, David Bacci e Silvan Shupbach.

Occhi puntati anche sulla fortissima cordata composta dall’austriaco Hansjörg Auer e dallo svizzero Simon Anthamatten: gli alpinisti vorrebbero compiere la prima salita assoluta del Kunyang Chhish Est, una cima alta 7.400 metri nella catena del Hispar Muztagh. Vorrebbero salire in stile alpino attraverso l’imponente versante sud-ovest, un muro di 2.400 metri di roccia e ghiaccio. Poi ci sarà il gruppo di Nicolas Favresse: secondo il sito Desnivel, il fuoriclasse belga starebbe puntando alcune delle Big Wall del Pakistan.

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