AlpinismoAlta quota

Annapurna Sanctuary, prima salita al Ghandarbha Chuli

Salita al Ghandarbha Chuli (Pagina facebook di Cosmin Andron)
Salita al Ghandarbha Chuli (Pagina facebook di Cosmin Andron)

KATHMANDU, Nepal — Gli alpinisti romeni Cosmin Andron e Cristina Pogacean hanno compiuto la prima salita del Ghandarbha Chuli, una vetta di 6.248 metri nel massiccio dell’Annapurna. Per rispettare la sacralità della montagna i due scalatori si sono fermati un paio di metri sotto il punto più elevato, evitando così di calpestare la cima. La scalata è stata realizzata in 5 giorni complessivi, dal 2 al 6 maggio scorso.

Secondo le cronache alpinistiche, la guida alpina Cosmin Andron e l’ingegnere civile Cristina Pogacean sarebbero stati i primi a scalare il Ghandarbha Chuli, una vetta di neve e ghiaccio di oltre 6000 metri posta tra l’Annapurna III e il Macchapuchhare (montagna sacra e interdetta agli alpinisti), due colossi di circa 7000 metri nell’Annapurna Sanctuary.

Stando a quanto racconta il sito del British Mountaineering Council, il governo nepalese concede il permesso di salita al Ghandarbha Chuli solo a spedizioni straniere miste, di cui cioè facciano parte anche membri nepalesi, tra cui portatori e cuochi. I romeni pertanto sono partiti con 8 compagni di viaggio, con l’aiuto dei quali hanno aperto la Via Romena: c’erano infatti il cuoco e sirdar Purna Tamang; i portatori Hasta Magar, Sohit Ghale, Sukram Tamang, Dawa Tamang e Ram Shresta, e gli alpinisti Wanchu Sherpa e Lok Bahadur Gurung.

La via sale su terreno misto fino allo spigolo sudovest, un tratto di neve; poi continua su un gigantesco triangolo di roccia che interseca il west ridge fino alla vetta. Andron e Pogacean hanno montato il campo base il 2 maggio a 3.857metri di altitudine: il giorno dopo insieme a 3 sherpa sono saliti a circa 4450 metri dove hanno installato un campo base avanzato, su una spalla erbosa poco prima del ghiacciaio.

Il 4 maggio hanno affrontato il ghiacciaio e la salita su misto, bivaccando poco prima della cresta di neve. Il 5 hanno dovuto rallentare la marcia per via delle cattive condizioni meteo e di alcune valanghe staccatesi dalle pareti vicine, pertanto hanno proseguito di poco. Il 6 infine è stato il giorno di vetta: sono partiti dal loro bivacco alle 3.30 del mattino e hanno impiegato 4 ore per raggiungere il punto poco sotto la cima dove hanno deciso di fermarsi per rispettare la sacralità della montagna. L’ultimo tratto di scalata affronta pendenze tra i 55 e i 65 gradi.

Links www.thebmc.co.uk

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