Fiction K2, la seconda puntata. Da Polenza: meglio… ma non troppo
BERGAMO – Meglio. Non troppo, ma meglio. É vero che la montagna fa bene. La salita in montagna é riuscita perfino a migliorare la sceneggiatura, gli attori e perfino la regia. A tratti la fiction si sbanalizza e racconta una storia. La forza della montagna e della storia prevolgono sulla pochezza degli autori e sulla scarsa attitudine a recitare degli attori.
E cosí alla fine Bonatti sembra meno un “bulletto capitolino”, gli autori riescono, pasticciando, a ricostruire la note del 31 luglio, il bivacco di Bonatti e Mahdi, la loro disperazione, il pericolo e il rischio della morte.
Si capisce che Compagnoni era l’uomo di Desio e che fece di tutto per tener lontano Walter, l’ambizioso ragazzino che aveva una voglia matta di arrivare in vetta, dalla possibilitá di arrivarci.
Ma ai campi alti si continuano a vedere ciuffi d’erba che spuntano qua la attorno alle tende, i dialoghi sono spesso didascalici e improbabili, gli alpinisti sembrano incapaci di camminare su pendii spesso ridicoli, anche se sulla montagna il regista ci regala qulche ripresa e qualche escamotage che fanno apparire la parete piú verticale e alpinistica.
Poteva essere molto meglio, ma come dice il mio amico Mario Lacedelli, é solo una fiction, non vale agitarsi troppo, anche se Lino era un “bue” per la forza fisica e un “mulo” per detrminazione, non certo il piagnucoloso personaggio che la fiction ci ha presentato.
Poteva essere meglio, me lo dico io che di spedizioni sul K2 ne ho organizzate quattro, che sicuramente ho la puzza sotto il naso.
Non la pensa come me nonna Rosi, la madre di Stefy, la mia compagna, che gli racconta al telefono di essere “presa e appassionata” dalla storia della “telenovela”. Un risultato é stato raggiunto, spero che anche a qualche giovane sia piaciuta.
Credevo peggio. Invece non é andata malissimo, lo devo ammettere anche se mi fa sorridere la didascalia finale che ci racconta che la rappresentazione é rigorosamente ispirata alla veritá certificata dai saggi del Cai: per foruna che subito dopo appare la scritta che dice che la storia attinge anche alla fantasia.
Forse bastava un po’ piú di fantasia professionale per farla sembrare più vera. Ma di questi tempi….questo ci passa la Rai, accontentiamoci.
Certo che con il lauto canone che ci tocca pagare ci si poteva apsettare qulcosa di più. Passino alcuni spunti di fantasia, passino gli ambienti ricostruiti. Ma si poteva avere più attenzione sulla personalità dei personaggi. Bonatti è stato stravolto e solo alla fine del film il suo personaggio è più vicino alla realtà, alla cruda realtà. Desio invece mi pare che sia stato fedele alla realtà.
Concordo appieno sul giudizio della seconda puntata, anche se oltre ai ciuffi d’erba o riso amaro almeno tre-quattro volte per la traccia sulla neve DAVANTI ai primi salitori…
Ottima la precisazione delle tracce sulla neve: che fossero dello yeti?….
Un prodotto raffazzonato, dizione improbabile (a parte Desio che parla un italiano impeccabile, gli altri sono terrificanti), scene di montagna fatte al mare…. Salvo le didascalie finale e i pezzi d’epoca. Per il resto io tirerei la catenella….
Perfettamente d’accordo!
Ecco, appunto, “accontentamose che poco ce costa” (pure il canone vogliono…)
Che dire, se Da Polenza s’accontenta dovremmo farlo un po’ tutti, ma io non ci riesco, sono deluso e amareggiato per come hanno pasticciato vergognosamente su questa storia.
Eppure di esempi eccellenti ce ne sono…
Per un evento storico del genere già ben documentato dal film capolavoro di Baldi del 1954 , si poteva evitare di realizzare una simile pellicola che nulla ha a che fare con i caratteri degli uomini partecipanti e che nemmeno lontanamente fa vedere un biriciolo di Karakorum.Anzi alla fine mostrano un ‘immagine del GIV scambiato per il K2!Incredibile! Lasciamo fare i film di montagna ai tedeschi ai francesi od agli americani….povera Italia…
non mi è piaciuta per niente….si poteva fare molto ma molto meglio….poi le tracce prima dei “primi salitori”, mah………………
regia vergognosa, sceneggiatura imbarazzante, per non parlare del cast e del loro livello attoriale. perchè attingere a valori e concetti cosi fuori dal contesto? il tradimento amoroso, la nostalgia di casa, le malattie dei figli, le questioni religiose, l’amore lontano, la moglie incazzata, il bambino povero, birikin il ladro… dai!! in montagna i valori sono altri, e non c’è stato alcun tentativo per ricostruire una psicologia complessa e affascinante come quella dell’alpinista. e il soggetto era Bonatti! bastava leggere un suo libro per “capire”! Invece no, il risultato è stato Gli Occhi Del Cuore, Un medico in Famiglia: un malloppone inutile e volgare. e di esempi cinematografici ben riusciti ce ne sono!! basti pensare a NordWand (sulla tragedia degli anni 30 sull’Eiger) in cui c’è anche una vicenda amorosa! ma trattata con delicatezza e intelligenza. Altro esempio? Nanga Parbat, sulla tragedia dei Messner. Altro esempio, con un taglio più documentaristico ma assolutamente avvincente: La Morte Sospesa. Un’occasione persa per fare qualcosa di buono, per rendere onore e merito all’eroe Bonatti, sul valore e sull’essenza del quale il nostro paese dovrebbe trarre ispirazione. sta fiction invece è robetta da radicalchic, che imperversano e rovinano la cultura italiana.
Hai perfettamente ragione. In questo caso accontentarsi è come dire esserne rimasti profondamente delusi…
Direi che Da Polenza è stato fin troppo generoso con questo prodotto a basso costo e a alto tasso di inverosimiglianza…
Non parlerei nemmeno, però, di occasione sprecata per raccontare una storia così straordinaria che le polemiche dei decenni successivi hanno, nel bene e nel male, reso leggendaria assieme ai suoi protagonisti.
L’intento palese infatti mi è parso quello di creare un prodotto di puro appeal televisivo e poco piu’, non certo quello di restituire allo spettatore quel suggestivo contesto di situazione sociopolitica, storie personali e umanità così diverse tra loro per estrazione e ambizioni, natura e mito, tutti elementi che combinati tra loro hanno contribuito a scrivere questa parte così incredibile della nostra storia recente e, peraltro, così ancora poco conosciuta al grande pubblico.
Questo film è stato un modo molto costoso per offendere l’Alpinismo Italiano e la memoria si Bonatti.
Cederna, bravo attore, in una danza corale di manichini, doppiaggio dozzinale.
Una parodia, involontaria, da quattro soldi.
Ho visto solo la prima puntata ma penso che peggio di così non si potesse fare.
Sono MOLTO meglio costruite le puntate della fiction con Terence Hill il Trentino…
Film penoso personaggi non somiglianti ai veri protagonisti, povero Bonatti, addirittura erba a oltre 7000 m non credibile l’ambientazione, unica nota positiva i pochi frammenti del documentario originale.
Misericordia !
il K2 NON è il tetto del mondo …
perchè hanno mostrato la foto del Gasherbrum IV …
Walter Bonatti non era un bulletto di quartiere …
gli alpinisti non erano macachi …
lo stupido filmetto è sicuramente costato una cifra spettacolare…
e chi lo ha fatto ha guadagnato una cifra spettacolare …
pagata da noi
non resta che sperare che non lo mandino all’estero
Ho visto l’intera fiction, ma sono convinto che la TV italiana, forse perché deve accontentare spettatori da Courmayeur a Lipari, non sia proprio capace di raccontare la montagna. Dopo la soap-opera strapagata da Durnwalder, con un Terence Hill . mummia che insegue il lupo nei boschi del Lago di Braies, questa fiction sul K2, argomento molto serio della storia nazionale, pare seguirne le orme. Dialoghi spesso banali, personaggi molto spesso falsati, paesaggi quasi sempre incongruenti, ricostruzioni alpinistiche ridicole: l’unico personaggio con un po’ di credibilità mi pare Desio, l’organizzatore dai modi militareschi, ma per il resto era meglio “Italia K2” di Marcello Baldi, pur essendo un film “di regime”. Povero K2! Brrrr!!!
Ernesto Majoni, nipote di Lino Lacedelli – Cortina d’Ampezzo
Concordo con tutte le osservazioni ma vorrei cambiare punto di vista. Sono stato al campo base del K2 e due volte in Pakistan, ho visto l’opera del comitato Ev-K2-CNR …. da anni giro per le mie zone con proiezioni sul Pakistan e sul K2 e ho organizzato una raccolta fondi a sostegno dell’opera del comitato Ev-K2-CNR. E sapete cosa vi dico? Che pochissimi sanno cosa sia stato fatto nel 1954 e e meno ancora sono a conoscenza dell’impegno che l’Italia oggi ha in Pakistan e dintorni. La fiction ha molti limiti e le critiche evidenziate sono sacrosante … ma ha avuto un grande merito: quello di mettere a conoscenza il grande pubblico di una impresa purtroppo molto spesso dimenticata che tanto onore e tanta gloria ha dato al nostro paese e di cui oggi … avremmo ancora tanto e tanto bisogno.
Film disastroso, ridicolo e grottesco. Perfino Rossana Podestà, Reinhold Messner e Luigi Zanzi (CAI), in un comunicato congiunto hanno stroncato la fiction rai
Caro Matteo ,per far conoscere l’impresa forse era sufficiente proiettare in prima serata il film di Baldi del 1954 ,quello originale che stà nella cineteca del CAI ,magari abbinato ad una successiva serata con un diobattito tra alpinisti veri o persone come Da Polenza che di quella montagna sanno tutto.
Siamo pure ecumenici ,ma il film visto poteva andare bene per uno spot sulla cioccolata quella non svizzera ovviamente….
Dal trauma della scena di Bonatti in vestaglia da donna che con aria ebete scopre il K2 al cinema non mi sono più ripreso. Bonatti, che venero, non meritava niente di simile. E poi, Compagnoni e Lacedelli mingherlini e un po’ fighetti. Suvvia!!!…
Bravo (come sempre) Cederna, che avrebbe dovuto però accentuare il piglio duro e militaresco di Desio.
Resa poco e male la drammatica notte trascorsa da Bonatti e Mahdi.
Meglio dimenticare………
Ciao a tutti, chiedo un’informazione: Bonatti è nato a Bergamo, l’attore aveva un timbro di voce quasi napoletano, chi mi spiega cosa è successo???
Splendidi i commenti!!
Sono d’accordo con tutti. A sto punto meglio le americanate
PAZZESCO … filmetto ridicolo ed irrispettoso che calpesta la dignità delle persone.
Mi sento profondamente amareggiata e scandalizzata per come viene rappresentato il Grande Bonatti …
non era un becero, ma un ragazzo educato, vivace ed espansivo diventato poi con gli anni un vero signore, io non sono nessuno e mi sento molto arrabbiata, immagino come si possano sentire quanti gli sono stati più vicini…
Solo verso la fine di una vita è stata riconosciuta la Vera Verità sul comportamento di Compagnoni e l’evidente vigliaccheria dei Suoi compagni che per interesse personale non l’hanno aiutato a confermare la tremenda esperienza che ha dovuto sopportare e che l’ha amareggiato per tutta una vita, tuttavia, ora che Compagnoni e Company non sono più tra noi, lasciamoli in pace anche per delicatezza verso i loro parenti che li hanno amati.
lampa