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Cadore, valanga travolge quattro scialpinisti: un morto

Il soccorso alpino a Casera Razzo - photo courtesy ilgazzettino.it
Il soccorso alpino a Casera Razzo – photo courtesy ilgazzettino.it

UPDATED – BELLUNO — Finisce in tragedia la gita scialpinistica di quattro appassionati nel Cadore. Il gruppo è stato travolto domenica mattina da una valanga mentre attraversava un canalino, durante la discesa da Sella Campigotto, nel territorio di Vigo di Cadore. Il Cnsas riferisce che la valanga aveva un fronte di 20-30 metri ed è scesa nel canale per un centinaio di metri. Uno di loro è morto, un altro è gravemente ferito: su quest’ultimo al momento la Procura ha aperto un’inchiesta per verificare che non ci siano responsabilità di omicidio colposo.

Secondo quanto riferito dal Cnsas Veneto, i quattro avevano risalito le piste e poi erano scesi fra gli alberi sotto la Sella Campigotto. La valanga li ha sorpreso in località Casera Razzo.

“Non appena due di loro sono entrati in un canalino che dovevano attraversare – riferisce il comunicato del Cnsas – si è staccata la valanga che li ha travolti. Per L.M., 51 anni, di Calalzo di Cadore (BL), non c’è stato nulla da fare, è morto in seguito ai traumi riportati. L’amico, R.M., 57 anni, di Vigo di Cadore (BL), aiutato subito ad uscire dalla neve dalla coppia rimasta più indietro, ha invece riportato gravi traumi e la frattura di una gamba”.

Sul posto, a circa 1.700 metri di quota, c’erano anche il Soccorso alpino del Centro Cadore, impegnato non distante con il servizio piste e allertato dall’uomo rimasto illeso, e un’auto medica con a bordo medico rianimatore, tecnico del Soccorso alpino e unità cinofila di turno a Pieve di Cadore, vista l’impossibilità per l’elicottero di decollare a causa delle pessime condizioni di tempo.

“L’infortunato, portato con un toboga dai soccorritori alla strada – riferisce ancora il Cnsas – è stato poi condotto all’ospedale di Belluno. Constatato il decesso dello sciatore e ottenuto dalla magistratura il nulla osta per la rimozione, la salma è stata imbarellata e trasportata a valle con il toboga, per essere poi accompagnata alla cella mortuaria”.

Presente anche il Soccorso alpino di Pieve di Cadore, vigili del fuoco, Forestale e Finanza. Il soccorso alpino riferisce di grandi problemi nella comunicazione, per l’assenza di copertura telefonica nel luogo dell’incidente.

L’Arpav Veneto dava, per la giornata di oggi, un pericolo valanghe molto alto: di grado 4-5, ossia da forte a molto forte, per la neve umida caduta nelle ultime ore e gli accumuli di vento dei giorni precedenti, che hanno reso gli strati superficiali del manto nevoso debolmente consolidati. “Saranno probabili molte valanghe di medie dimensioni lungo molti pendii ripidi specie fra i 1200 e i 1800 m di quota”.

Anche in virtù del rischio annunciato la Procura ha aperto ora un’inchiesta a carico del sopravvissuto – ancora in ospedale ma, secondo la stampa locale, non in pericolo di vita – per verificare ipotesi di negligenza e imperizia. In base alla prassi, le autorità dovranno valutare se non ci sia responsabilità penale per omicidio colposo o disastro colposo.

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