AlpinismoAlta quota

Invernali al Nanga Parbat, Daniele Nardi al campo base

Daniele Nardi al Nanga Parbat (Photo www.danielenardi.org)
Daniele Nardi al Nanga Parbat (Photo www.danielenardi.org)

ISLAMABAD, Pakistan — “Siamo al campo base e fa un freddo assurdo. Siamo arrivati ieri e di corsa a montare le prime tende, quella mensa e quella cucina. Questa notte abbiamo dormito dentro la nostra tenda con 13 gradi sotto zero, fuori sfiorava i 20 sotto zero e non credo che siamo all’apice negativo della nostra ricerca della sofferenza”. Inizia così il racconto di Daniele Nardi, arrivato mercoledì al campo base del versante Diamir del Nanga Parbat, posto a circa 4200 metri di quota. La spedizione ungherese-americana è invece ai piedi della montagna già da qualche giorno, e ha già cominciato a preparar la salita verso i primi campi alti.

Nardi è partito dall’Italia il 30 dicembre, insieme al video operatore Federico Fantini. A Islamabad i due hanno incontrato Elisabeth Revol, l’alpinista francese con cui hanno condiviso finora il viaggio di avvicinamento al campo base dell’ottomila pakistano, dove sono arrivati mercoledì. Secondo i racconti dell’alpinista di Sezze, lo spostamento non sarebbe stato privo di imprevisti.

“Sfortunatamente uno dei portatori ha rotto il generatore di corrente elettrica e questo ci ha ritardato una serie di cose – scrive infatti Nardi sul suo blog -, ma eccomi qui con l’energia solare. Sole che vediamo per sole due ore e mezza durante la giornata. Il campo base è praticamente sotto il Nanga e sul lato destro abbiamo tutta la cresta dei Mazeno, un altro colosso di oltre 7000 metri. Il sole appare sul campo base per sole 2 ore e mezza circa perchè prima che i raggi ci tocchino deve appunto superare il colosso del Mazeno”.

Daniele Nardi verso il campo base del Nanga Parbat (Photo www.danielenardi.org)
Daniele Nardi verso il campo base del Nanga Parbat (Photo www.danielenardi.org)

“Le emozioni, difficili da descrivere – continua Nardi -, di nuovo qui di fronte a questa maestosità di montagna, guardare continuamente su per cercare qualcosa di familiare, ripercorrere i progetti pensati, compararli con quelle che sono le nostre capacità qui per capire se sono veramente applicabili o solo teoria. Federico mi guarda e sorride quando deve mettere le dita scoperte sulla telecamera, io lo guardo e faccio cenno verso l’alto, lui si mette a ridere. Chissà quanto farà freddo lassù e chissà se sarò in grado di fare qualche foto”.

Oggi Nardi e la Revol vorrebbero provare a salire di quota su una montagna vicina, per migliorare la fase di acclimatamento. Sul Nanga Parbati invece, l’altra spedizione impegnata sul versante Diamir – quella di David Klein, Zoltan Robert e Ian Overton – nei giorni scorsi ha già iniziato a studiare il percorso per i primi campi alti. Il trio infatti, vorrebbe individuare una variante di salita fino a campo 2, di modo da evitare un tratto sulla via normale, la Kinshofer, che considerano a rischio slavina.

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Un commento

  1. Freddo assurdo sono 20 sotto zero fuori dalle tende? Cosa pretendeva di trovare in Himalaya di inverno e cosa fara’ con i -45 gradi dei campi alti? Mi sembra un po’ troppo orientato allo show, ma speriamo in bene, che possa salire e scendere in buone condizioni… anche se senza dubbio non e’ Simone Moro, Maciej Berbeka, Denis Urubko, etc.

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