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Senatore Santini: mestieri multifunzionali un passo contro lo spopolamento delle montagne

Senatore Giacomo Santini
Senatore Giacomo Santini – Presidente Gruppo parlamentare Amici della montagna

ROMA — “Lo spopolamento dei territori di montagna è la nostra preoccupazione principale. Nostro obiettivo è quello di aiutare la gente, che vuole vivere in montagna o che è costretta a farlo perché non ha alternative, a viverci dignitosamente, meglio di quanto magari abbia fatto finora. Abbiamo alcune iniziative di legge in corso, la prima sta per giungere in porto, speriamo di farcela”. Queste le parole del senatore Giacomo Santini, presidente del Gruppo parlamentare Amici della Montagna con cui abbiamo parlato del problema dello spopolamento delle montagne.

Su quale ricetta adottare per arginare, o ancora meglio invertire di segno, la tendenza allo spopolamento delle montagne si discute da tempo, ma al di là delle divergenze di opinione è chiaro che questi territori si caratterizzino per situazioni peculiari che richiedono cure appropriate, studiate ad hoc sulla base delle specificità. Tra i provvedimenti necessari secondo il Gruppo parlamentare Amici della Montagna, ce ne sarebbero alcuni relativi alle professioni, che dovrebbero essere più elastiche e “sommabili”.

“Abbiamo idee – spiega il senatore Santini -, proposte concrete da trasformare in legge, relative alla multifunzionalità dei mestieri che è uno strumento che può aiutare qualche giovane di buona volontà a rimanere in montagna. Significa che una persona si sceglie una professione principale, che può essere il maestro di sci, la guida alpina, l’albergatore, il pastore, il mandriano, ecc, e ad essa poi unisce in forma complementare altre attività professionali ma non remunerate con carica pubblica, come accadeva una volta, ma con un piano ben preciso di articolazione e di impegno e di remunerazione. Vale a dire una figura che potrebbe anche arricchire il settore perché garantirebbe una serie di servizi che oggi sono garantiti solo in maniera saltuaria da troppi e diversi operatori”.

Una figura di questo tipo sarebbe già stata testata in alcuni territori montani della Penisola, vale a dire quelli delle Regioni a statuto speciale.

“In qualche regione – continua infatti il presidente del Gruppo parlamentare Amici della Montagna -, come il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, queste figure sono già previste e sono anche ben ricompensate. Noi vorremmo trasformare queste figure in una specie di categoria nazionale, in modo tale da poterle poi proporre anche a territori montani diversi da quelli delle Alpi. Quando parliamo di montagna – ed io vengo da Trento – certo non immagino solo la mia montagna, perché la montagna non è solo Cortina d’Ampezzo o Courmayeur. Montagna è tutta la dorsale appenninica, con le diversità che contiene l’Appennino stesso, dall’Emilia Romagna alla Sicilia. Noi pensiamo anche a queste montagne, e pensiamo di tradurre le nostre idee legislative in un qualche cosa che possa essere adattabile a tutti gli ambienti”.

Il Gruppo parlamentare si starebbe muovendo oltre che sul fronte dell’occupazione in montagna, anche su quello delle organizzazioni per le attività turistiche quali escursionismo, alpinismo, canyoning, ecc. Di questo come del provvedimento per la multifunzionalità dei mestieri di montagna si parlerebbe nella legge per la montagna in corso di approvazione in Parlamento.

“Noi siamo le sentinelle di tutto quello che passa per le aule Parlamentari di tutto ciò che interessa o può interessare la montagna – spiega Santini -. Abbiamo alcune iniziative in corso, la prima che sta per giungere in porto, e speriamo di farcela, è quella “Provvedimenti a favore dei territori di montagna”, già approvata dalla Camera, in Senato sta passando il vaglio della commissione bilancio il che vuol dire un’approvazione virtuale. Se dovesse uscire questo documento prima di fine legislatura sarebbe già un bel successo perché costituirebbe un tentativo di aggiornamento della famosa legge della montagna numero 97 del 1994 che per tutti questi anni da allora ad oggi abbiamo tentato di riformare senza riuscirci. Questo ad oggi è ancora più difficile in quanto prevede uno stanziamento finanziario che è impensabile e improponibile nell’attuale situazione che stiamo attraversando”.

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