Cronaca

Tragedia di Lecco: traditi da un chiodo?

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LECCO — Sarebbe stato un chiodo di ancoraggio instabile la causa dell’incidente che domenica nel Lecchese è costato la vita a tre alpinisti. Il capocordata Enrico Cattaneo, probabilmente, è caduto trascinando con sè gli altri due, Lorenzo Truccolo e Debora Lini.

Resta ancora da verificare se il chiodo era stato fissato dai tre alpinisti o se invece era già presente nella parete, anche se l’ipotesi sarebbe improbabile, se fosse vero che i tre stavano aprendo una nuova linea sulla montagna.
 
Sulla questione stanno indagando le autorità. Esistono infatti altre ipotesi, secondo le quali sarebbe stato il secondo di cordata a perdere un appiglio, cadendo e trascinando con sè i compagni. La sosta attrezzata dal capocordata non avrebbe retto al peso, forse per colpa del chiodo ancorato male, forse per colpa della roccia che si è sgretolata.
 
Era da un pò che i tre amici volevano salire la parete al San Vittore del Monte San Martino, a due passi dal Corno Medale. Una parete poco frequentata. E così domenica hanno deciso di provarci. Ma qualcosa è andato storto. Il chiodo non ha retto e sono precipitati nel vuoto per oltre 40 metri.
 
Sono stati trovati alla base della parete, uno sull’altro. Dopo il difficile recupero con il verricello anche l’identificazione non è stata semplice. Cattaneo è morto all’istante, Truccolo durante il tragitto verso l’ospedale e la Lini subito dopo l’arrivo.
 
A dare la notizia della morte dei tre alpinisti ad Eupilio è stato il parroco, don Sebastiano Dutto, durante la messa delle sei del pomeriggio di domenica. "Preghiamo per Lorenzo e Debora".
 
Erano amici, alpinisti esperti, cresciuti insieme nella parocchia alla quale erano molto legati. Entrambi si occupavano dell’attività missionaria. Truccolo era stato diverse volte in Brasile, mentre la Lini aveva fatto la volontaria in Ruanda.
 
La gente del paese ricorda Cattaneo come un uomo "tutto montagna e lavoro".
 
Greta Consoli
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