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Laghi glaciali a rischio? Gli sherpa insorgono: basta con gli allarmismi

Imja lake (Photo courtesy smh.com.au)KATHMANDU, Nepal — “Basta con gli allarmi per i cambiamenti climatici. Preferiamo morire una volta sola per l’esondazione di un lago glaciale che vivere ogni giorno col terrore che succeda”. Questo il grido di insofferenza lanciato dagli Sherpa nepalesi che, nelle scorse settimane, si sono sfogati con l’emittente inglese della Bbc criticando pesantemente l’atteggiamento di molti ricercatori e dei media verso il cambiamento climatico.

Gli Sherpa, che hanno rilasciato dichiarazioni tramite Ang Chhiri Sherpa, presidente di un’associazione di imprenditori turistici nei villaggi di Pangboche e Dingboche nella valle del Khumbu, ce l’hanno in particolare con alcuni studi sui cosiddetti GLOF (glacial lake outburst flood), laghi che si formano a ridosso dei ghiacciai per l’accumulo di acqua di fusione. Questi laghi rischiano di esondare con il riscaldamento climatico.

Secondo quanto riferito dagli sherpa alla Bbc, ultimamente le ricerche su questi laghi si sono moltiplicate e troppo spesso vengono svolte senza coinvolgere le comunità locali, cercando solo di far uscire notizie allarmistiche sui media, spaventando così le persone che vivono nei villaggi a ridosso dei ghiacciai.

“Due mesi fa, dopo una trasmissione televisiva che parlava di esondazioni di laghi glaciali in Himalaya – racconta lo sherpa – molte famiglie nella valle dell’Everest hanno abbandonato le proprie case in fretta e furia di notte. Sono ormai 15 anni che gli allarmi si susseguono a ritmo incalzante. Appena dimentichiamo la minaccia di un lago, ecco arrivare un altro allarme via radio o via tv. Poi le voci circolano e il panico si diffonde”.

“La situazione è tale per cui molti sherpa non vogliono più nemmeno sentir pronunciare la parola cambiamento climatico” ha detto Zimba Zangbu Sherpa, presidente della Nepal Mountaineering Association.

Perchè? Molti enti, diversamente da quanto fanno l’Icimod o l’organizzazione italiana del Comitato EvK2Cnr, che ha uno staff locale composto da diversi sherpa e attua numerosi programmi di formazione e sensibilizzazione per i locali, tra cui gli incontri nelle scuole in occasione della Giornata Mondiale per l’ambiente, non ritengono utile coinvolgere le comunità locali.

“Il problema principale è il mancato coinvolgimento degli Sherpa in questi studi – ha detto Ang Nima Sherpa, presidente della Khumbu Alpine Conservation Council (KACC) -. Una volta abbiamo chiesto che uno dei nostri lama potesse compiere un rito prima che loro iniziassero la loro ricerca sul campo sul Imja lake, e loro si sono rifiutati. Uno dei loro ricercatori poi si è ammalato ed è morto. Attorno a quel lago, poi, si sono letteralmente moltiplicati gli studi, quando ci sono moltissimi altri laghi anche più pericolosi. Questo modo di fare le cose non piace alla gente”.

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