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Valcamonica: strada riaperta, ma si teme l’esondazione del fiume Oglio

I detriti della frana del torrente Rabbia lungo il fiume Oglio (Photo courtesy of Fotogramma/Bs/brescia.corriere.it)
I detriti della frana del torrente Rabbia lungo il fiume Oglio (Photo courtesy of Fotogramma/Bs/brescia.corriere.it)

SONICO, Brescia — Non è ancora terminata l’emergenza in Alta Valcamonica. Dopo l’esondazione di venerdì sera del torrente Rabbia sopra l’abitato di Sonico, che ha costretto alla chiusura per oltre 24 ore della statale 42 del Tonale, ora a destare preoccupazione è il fiume Oglio. Gli oltre 250 mila metri cubi di fango e detriti che si sono riversati nel corso d’acqua non sono stati ancora completamente rimossi e il livello dell’acqua resta pericolosamente vicino agli argini.

Sono bastati pochi minuti di pioggia battente venerdì sera per scatenare la furia del torrente Rabbia, sul territorio di Sonico in Alta Valcamonica. La frana è stata enorme: per alcune ore il paese è rimasto senza acqua e senza gas e per tutto il weekend ci sono stati pesantissimi disagi alla circolazione.

La statale è stata riaperta sabato sera e per ora l’allarme frana sembra rientrato, ma desta ancora preoccupazione lo stato del fiume Oglio in cui si sono riversati tutti i detriti trasportati a valle dal torrente. Secondo le fonti locali l’alveo del corso d’acqua che percorre l’intera Valle si sarebbe alzato di 7-8 metri e nuovi smottamenti o forti piogge potrebbero farlo esondare lungo i paesi rivieraschi a sud di Sonico, primo tra tutti Malonno.

La Protezione Civile e i Vigili del Fuoco sono dunque al lavoro per evitare che questo succeda e per aiutare le persone della frazione di Rino di Sonico ancora in difficoltà. La frana ha infatti isolato la località abbattendo il ponte che fungeva da collegamento e ha lasciato alcune abitazioni senza energia elettrica e servizi idrici.

Il comune di Sonico aveva già effettuato degli studi sulla situazione del torrente Rabbia dopo l’ennesimo smottamento che nel 2006 aveva intressato la stessa zona con conseguenze molto simili. I lavori di messa in sicurezza sarebbero dovuti partire a breve proprio con la sostituzione del ponte, ma a quanto pare saranno anticipati.

Gianbattista Sangalli, Direttore del servizio Foreste e Bonifica Montana della Comunità Montana di Valle Camonica, ha spiegato ai microfoni di TeleBoario che tra le cause della frana ci sarebbero il disgelo del permafrost in quota, la conformazione del torrente e la violenta pioggia che si è abbattuta in un lasso di tempo così breve.

Sangalli ha spiegato che nel periodo di luglio e agosto in quota il disgelo unito alle forti piogge causano la mobilitazione di grandi masse di detriti. Il torrente Rabbia scende inoltre in maniera rettilinea lungo la valle omonima, e la massa ha acquistato sempre più velocità nella discesa a valle. La frana è arrivata fino al ponte posto presso Rino, frazione di Sonico, e qui ha formato un tappo che è poi saltato distruggendo la struttura di collegamento e riversandosi nell’Oglio e poi sulla statale 42 interrompendo la viabilità per oltre 24 ore.

I disagi durante il weekend sono stati molti. Alcune famiglie erano state evacuate – dieci persone a Sonico e quattro nel vicino paese di Malonno – per la vicinanza delle abitazioni con i corsi d’acqua e sono potute rientrare nelle proprie case solo ieri. Gli automobilisti che volevano raggiungere gli abitati a nord di Sonico o il passo del Tonale si sono ritrovati sabato a dover restare in coda per moltissime ore a causa dell’interruzione della statale. Per gli operatori turistici molte persone avrebbero addirittura rinunciato a partire, affermando che i soggiorni in Val Camonica si sarebbero ridotti addirittura del 40 percento a causa dello smottamento.

Photo: ilgiorno.it e Fotogramma/Bs da brescia.corriere.it

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