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Si perdono in un bosco dell’Appennino, in salvo 36 giovani scout

Uno dei sentieri dei boschi di Campigna (Photo courtesy of www.parks.it)
Uno dei sentieri dei boschi di Campigna (Photo courtesy of www.parks.it)

SANTA SOFIA, Forlì-Cesena — Brutta avventura nella giornata di martedì per un gruppo di scout sull’Appennino forlivese: 32 ragazzini e i loro 4 capi scout si sono persi nella forsesta di Campigna. Le ricerche sono iniziate per il loro mancato rientro e sono proseguite fino a tarda sera quando sono stati ritrovati in un punto particolarmente impervio, impauriti, ma incolumi.

Il gruppo, proveniente da Imola, era formato da 32 piccoli scout, tutti attorno ai 10 anni di età, e 4 capi scout. Martedì si sono recati in provincia di Forlì-Cesena per un’escursione nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Secondo quanto riporta la stampa locale, gli scout sono partiti al mattino dalla Casa Sant’Agostino nella frazione Corniolo del comune di Santa Sofia in provincia di Forlì Cesena per per esplorare la foresta della Campigna, altra frazione di Santa Sofia. Durante la camminata si sono però smarriti all’interno del fitto bosco.

Al pomeriggio, visto il loro mancato rientro all’ora prevista, è scattato l’allarme. Corpo forestale dello Stato, vigili del fuoco, carabinieri e volontari hanno immediatamente iniziato le ricerche che sono proseguite fino al ritrovamento dei dispersi quando già era buio. I piccoli, in buona salute, ma visibilmente spaventati, si trovavano in un luogo piuttosto impervio vicino al Fosso di Sant’Agostino.

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6 Commenti

  1. Sono piacevolmente colpito dalla precisione temporale con cui ogni anno avvengono “incidenti” , talvolta con tragiche conseguenze, a carico di gruppi scout. Sarebbe forse utile prendere coscienza del livello di totale impreparazione e incapacità organizzativa di questi gruppi per anticipare possibili tragedie ed evitare rischiosi salvataggi da parte di veri professionisti.
    La montagna o meglio la natura non sono per tutti.

    1. marcello, non può non considerare però che in alcune zone appenniniche lo stato dei sentieri è perfetto nei primi metri ma poi scompiono rimangiati dalla natura poco dopo..lo stato di cura e manutenzione lascia un pochino a desiderare.. saluti

  2. Ma un dannato GPS da usarsi in caso di emergenza? E’ così difficile andare in montagna rispettando le più elementari regole di sicurezza? Sono sconcertato!

  3. È davvero curioso, sono colpito dalla precisa cadenza dei commenti a corredo di certe notizie. Sono sempre banalmente uguali ogni anno: così profondi e privi di cliché…

    Io aggiungerei che i francesi sono antipatici, gli juventini ladri, i siciliani malavitosi e i preti ricchi.
    Ok, così dovremmo aver completato l’album “Di ogni erba un fascio”.

    Veramente riusciamo a tacciare d’incompetenza totale un movimento che raggruppa e muove (e pure tanto e frequentemente!) poco meno di 200000 persone? Non sarebbe forse più cauto ed opportuno fare delle distinzioni? Magari, dico per dire eh, che tra così tanti scout ci sia -statisticamente- come in ogni gruppo d’individui qualche imbranato/imbambolito (purtroppo).
    I turisti, alpinisti e montanari della domenica invece quelli vanno bene, non mettono in difficoltà i professionisti seri?

    La natura È per tutti, specialmente per quelli che la rispettano, semmai è l’equilibrio a non essere per tutti.
    Sarebbe forse utile prendere coscienza di questo.

    1. Stefano sono d’accordissimo con le tue considerazioni .. però imporrei una sorta di esame con rilascio di titolo di accompagnatore a chi porta fuori dei ragazzini .. nel CAI per esempio esiste un ruolo ben specifico a riguardo conseguibuile con apposito corso formativo e rilascio di titolo finale .. così almeno potremmo limitare quelli che tu definisci imbranati/imbamboliti (almeno io la penso così)

      concordo la NATURA E’ PER TUTTI .. ma aggiungo con la dovuta conoscenza .. soprattutto dei propri limiti/mezzi

  4. La triste verità è che da ormai molti anni, alcuni gruppi scout (per fortuna non tutti)si sono trasformati in una sorte di “catechismo in uniforme” perdendo per strada alcune fondamentali peculiarità tipiche del movimento scout quali il praticare spesso attività nella natura e la padronanza delle tecniche necessarie a muoversi in sicurezza nei boschi.

    Il sentiero che unisce la casa da cui sono partiti e il loro ipotetico punto di arrivo (il passo della Calla) è talmente semplice e ben segnato che risulta più difficile perdersi che non l’arrivare puntualmente.

    Spero che abbiano avuto qualche imprevisto perché altrimenti non me la spiego!

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