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Si alza il sipario in Karakorum, spedizioni al via

Louis Rousseau e Rob Springer (Photo ouisrousseau.com)
Louis Rousseau e Rob Springer (Photo ouisrousseau.com)

ISLAMABAD, Pakistan — E’ entrata nel vivo la stagione alpinistica in Karakorum. Mentre Tamara Lunger si prepara alla salita del Muztagh Ata, suo primo obiettivo prima di volgere gli occhi al Borad Peak, al Nanga Parbat gli alpinisti del Mazeno Ridge hanno installato il campo 2, e Torok Zsolt ha invece fatto rientro al base dopo essere arrivato da solo quasi al campo 4. Al Gasherbrum I Simone La Terra e una spedizione mista di cui fa parte anche un’italiana, si spostano tra il campo base avanzato e i 6000 metri del campo 1.

Tamara Lunger e i compagni di spedizione Massimo Braconi, Davide Cusini, Alessandro D’Emilia, Armin Holzer e Paul Augscheller sono arrivati in Cina, al campo base del Muztagh Ata, il 17 giugno. Il 21 erano già a campo 2 a 6006 metri di quota, e ancora nei giorni successivi si sono mossi più volte sui campi alti, in modo tale da acquisire l’acclimatamento necessario a tentare in sicurezza la vetta della montagna alta 7546 metri.

Secondo quanto scritto dall’alpinista altoatesina sul suo blog, se il meteo lo consentirà, inizieranno la salita verso la cima oggi, con l’obiettivo di ridiscendere poi gli sci. Per la Lunger e Augscheller infatti, i tempi stringono, dal momento che i due vorrebbero tentare il Broad Peak una volta lasciato il Muztagh Ata.

Al Nanga Parbat, dove a metà giugno era scesa una grossa valanga sul versante Diamir, la spedizione inglese al Mazeno Ridge – patrocinata da Doug Scott che più volte in passato tentò di scalarla – ha installato Campo 2 a 6100 metri. Sandy Allan, Rick Allen e Cathy O’Dowd hanno infatti percorso la cresta che da campo 1 arriva a campo 2 lo scorso weekend, dopo averla raggiunta da sud, attraverso il Mazeno Glacier. Il loro ambizioso obiettivo è quello di percorrere per la prima volta integralmente fino alla vetta del Nanga la cresta, che con i suoi 10 chilometri di lunghezza divide i versanti Diamir e Rupal: è la più lunga di tutti i 14 ottomila, unisce 8 vette di oltre 7000 metri di quota e costituisce una delle grandi sfide ancora aperte in Himalaya.

Sul versante Rupal nel frattempo il rumeno Torok Zsolt è riuscito la scorsa settimana a raggiungere da solo campo 3. Fino al 22 giugno sperava ancora di poter proseguire e arrivare in vetta al Nanga entro due giorni, ma poi la stanchezza e un improvviso peggioramento meteorologico lo hanno convinto a rinunciare e a tornare al campo base, dove ha riposato questa settimana. Se tra oggi e domani dovesse migliorare il tempo è possibile che l’alpinista decida di ripartire.

Ai Gasherbrum prosegue invece la fase di acclimatamento degli alpinisti. Simone La Terra e il suo portatore sono arrivati al campo base intorno al 9 giugno e da allora hanno installato il campo deposito e provato più volte a salire al campo 1. C’è poi una spedizione mista arrivata al base il 22 giungo, composta dal canadese Louis Rousseau, dall’americano Rob Springer, dal danese Jacob Wetche e dal medico italiano Annalisa Fioretti. Rousseau e Springer all’inizio della settimana sono arrivati a campo 1, a circa 6000 metri di quota, dove sono rimasti due notti per poi ridiscendere mercoledì.

Secondo quanto riferiscono questi ultimi, il pericolo maggiore questa estate al Gasherbrum I proverrebbe dalle alte temperature che renderebbero la neve non nelle migliori condizioni. La prossima volta che saliranno vorrebbero raggiungere campo 2 e trascorrere un’altra notte in quota.

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  1. Romanian Zsolt Torok (K2 attempt in 2010) is climbing Diamir face with Americans Kathy Koslicki and Bob Semborski.

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