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Scienziati a caccia del Dna dello Yeti

Una presunta impronta di Yeti
Una presunta impronta di Yeti

OXFORD, Gran Bretagna — La caccia allo Yeti ora punta sul Dna. Una ricerca del Wolfson College di Oxford, condotta insieme al Museo di Zoologia di Losanna, cerca un riscontro scientifico alla presunta esistenza dell’uomo delle nevi, analizzando il patrimonio genetico dei resti organici raccolti in giro per il mondo e attribuiti alla leggendaria creatura. Sotto esame quindi campioni di peli, di denti e qualsiasi reperto sarà inviato da analizzare ai ricercatori.

Dalla spedizione all’Everest del 1951, durante la quale vennero fotografate presunte impronte di Yeti, numerose sono state le teorie a sostegno dell’esistenza di Bigfoot in Nord America, nel Caucaso e in Himalaya. La scienza ufficiale tuttavia non le hai ritenute valide e sufficienti a provarne l’esistenza, un po’ per mancanza di prove verificabili, un po’ per le possibili frodi legate alle scoperte. Oggi però, secondo il professor Bryan Sykes dell’Università di Oxford – che conduce la ricerca insieme a Michel Sartori, direttore del museo di Losanna – si potrebbero utilizzare gli ultimi metodi di analisi genetica per analizzare in modo sistematico i resti che verrebbero attribuiti alla creatura delle nevi.

Secondo quanto affermato dagli scienziati all’agenzia internazionale Reuters, fino ad oggi i test svolti hanno tutti ricondotto i resti alla natura umana, tuttavia i risultati potrebbero essere stati contaminati e quindi da rivedere. In questo senso si inserirebbero le nuove ricerche.

Uomo delle nevi a parte, lo studio avrebbe inoltre lo scopo di approfondire la conoscenza delle specie antenate dell’uomo e di quelle strettamente imparentate.

“Negli ultimi due anni è diventato chiaro che ci sono stati notevoli incroci di specie tra Homo Sapiens e Neanderthal  – ha dichiarato Sykes a Reuters -. Tra il 2 e il 4 per cento del Dna di ogni individuo di origine europea è riconducibile all’uomo di Neanderthal”. Una delle ipotesi quindi è che lo Yeti sia un’evoluzione sopravvissuta del Neanderthal.

Fonte primaria di analisi sarà l’archivio di Losanna assemblato da Heuvelmans Bernard, che ha raccolto materiali sugli avvistamenti degli Yeti dal 1950 fino al 2001, anno della sua morte. Gli scienziati chiederanno poi ad istituzioni e privati in possesso di materiali sospetti, di poterli analizzare. Secondo le intenzioni, i campioni saranno sottoposti ad una rigorosa analisi genetica, ed i risultati saranno pubblicati su autorevoli riviste scientifiche.

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