Storia dell'alpinismo

Una medaglia in cima all’Everest per una promessa di 88 anni fa

Kenton Cool con la medaglia olimpica del 1924 (Photo all-likeit.blogspot.com)
Kenton Cool con la medaglia olimpica del 1924 (Photo all-likeit.blogspot.com)

LONDRA — Durante le Olimpiadi invernali di Francia 1924 una spedizione alpinistica britannica fu premiata con le medaglie d’oro per l’eroico tentativo di scalata dell’Everest. L’impresa era stata un fallimento: non solo perché gli scalatori non arrivarono in cima, ma anche perché 7 di loro morirono travolti da una valanga. Alla cerimonia di consegna il vice capo spedizione promise che una medaglia sarebbe stata portata un giorno sulla vetta, in memoria delle vittime, ma negli anni successivi l’impegno fu dimenticato, almeno fino ad oggi.

I sette portatori del British Everest Expedition team, morti nel 1922, sono stati le prime vittime ufficialmente documentate durante i tentativi di scalata all’Everest. Quella volta, come quelle successive precedenti al 1953, la spedizione non riuscì ad arrivare in cima: il gruppo, capitanato da generale Charles Bruce e dal colonnello Edward Strutt, si fermò a circa 500, 600 metri dalla vetta.

Al rientro in patria gli alpinisti furono considerati degli eroi per essere arrivati così vicini alla cima del colosso più alto della terra. Come racconta una ricostruzione storica della BBC, l’attenzione dell’opinione pubblica raggiunse il suo apice durante le Olimpiadi invernali del 1924 in Francia, quando 13 membri della squadra furono premiati con le medaglie d’oro per l’alpinismo. Era la prima volta che venivano assegnate medaglie di quel tipo. Altre 8 medaglie olimpiche furono presentate in un secondo momento: una a un soldato nepalese al servizio dei Royal Gurkha Rifles, reggimento di fanteria dell’esercito britannico, e sette in onore dei portatori rimasti uccisi sull’Everest sotto la valanga.

Il vice capo spedizione, il colonnello Edward Strutt, ritirò le medaglie e promise che una sarebbe stata portata in vetta all’Everest in ricordo degli eroi rimasti sulla montagna. L’impegno tuttavia non fu mai mantenuto: né dalla spedizione del 1924, che anzi si concluse con la morte di George Mallory e del suo compagno Andrew Irvine, né da quella di Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay né tanto meno da quelle successive, e la promessa cadde nel dimenticatoio. Almeno fino a quest’anno.

La spedizione all'Everest del 1922 (Photo BBC.co.uk)
La spedizione all'Everest del 1922 (Photo BBC.co.uk)

Questa primavera infatti Kenton Cool, alpinista e guida alpina inglese classe 1973, con alle spalle 9 salite dell’Everest e numerose scalate sulle Alpi, in Alaska e in Himalaya, cercherà di onorare la promessa.

“Un mio amico stava facendo delle ricerche per le Olimpiadi di Londra 2012 quando si è imbattuto in questa promessa – ha dichiarato Cool alla BBC -. Quando me l’ha raccontato, ho pensato: devo farlo io. E con i Giochi Olimpici di Londra ho anche capito quando. A quel punto si trattava di trovare qualcuno disposto a permettermi di portare in cima una di quelle medaglie, preziosi cimeli di famiglia. Fortunatamente Charles Wakefield, il nipote del dottor Wakefield (membro della spedizione del ’22), era d’accordo con me. Penso che sia un uomo che crede che le promesse vadano mantenute”.

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