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Ötzi aveva l’arteriosclerosi ed era intollerante al lattosio

L’attuale ricostruzione dell’Uomo venuto dal ghiaccio (Photo oetzi20.it)
L’attuale ricostruzione dell’Uomo venuto dal ghiaccio (Photo oetzi20.it)

BOLZANO — Ötzi era geneticamente predisposto a malattie cardiocircolatorie. Lo ha rivelato un recente studio condotto da un team di ricerca altoatesino e tedesco e pubblicato sulla rivista specializzata “Nature Communications”, secondo il quale la mummia del Similaun avrebbe avuto non solo la predisposizione genetica, ma anche uno dei sintomi della malattia: la presenza di arteriosclerosi. Si tratta di un dato importante dal momento che l’uomo di 5000 anni fa, diversamente da quanto succede oggi, non era tendenzialmente in sovrappeso né conduceva una vita sedentaria. Non solo: in base alle nuove ricerche “l’uomo del ghiaccio” sarebbe stato intollerante al lattosio, segno che forse solo l’addomesticamento degli animali ha permesso all’uomo adulto di sviluppare la capacità di digerire il latte.

Tutto è cominciato circa un anno e mezzo fa, quando il team di ricerca ha decodificato il genoma completo dell’Uomo venuto dal ghiaccio, rivelandone il patrimonio genetico. Sulla base di quello straordinario risultato i ricercatori dell’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’Eurac di Bolzano, insieme a quelli degli Istituti di genetica umana delle Università di Tubinga e dello Saarland hanno avviato nuovi studi come questo sulle malattie cardiocircolatorie.

La mummia evidenzia sia predisposizione genetica sia la presenza di arteriosclerosi, segno che l’uomo di 5.000 anni fa, pur non essendo esposto ai rischi che oggi influenzano fortemente l’insorgere di malattie cardiocircolatorie, soffriva ugualmente delle stesse patologie.

“La conferma che questa predisposizione genetica fosse riscontrabile già ai tempi di Ötzi è rilevante perché mostra che le malattie cardiocircolatorie possono non essere legate alla civilizzazione – sottolinea l’antropologo Albert Zink -. Ora, il passo successivo sarà quello di analizzare in maniera più approfondita lo sviluppo di queste patologie”.

L’analisi del genoma ha inoltre evidenziato tracce di borrelia, una famiglia di batteri che causa una malattia infettiva trasmessa attraverso le zecche.”Si tratta della più antica testimonianza di borreliosi – ha dichiarato Carsten Pusch, che ha condotto le indagini genetiche all’Università tedesca di Tübingen -, ora sappiamo che questa infezione esisteva già 5.000 anni fa.”

Per quanto concerne l’origine genetica di Ötzi, le ricerche hanno dimostrato che apparteneva a un aplogruppo Y molto raro in Europa: il che implica che gli antenati di Ötzi siano emigrati dal vicino Oriente nel neolitico in seguito alla diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento. Il loro Dna si sarebbe conservato fino a oggi in regioni isolate, come Sardegna e Corsica.

Attraverso gli studi genetici è stato infine possibile ottenere informazioni anche sulle caratteristiche fisiche della mummia del Similaun: Ötzi aveva gli occhi marroni, i capelli castani e soffriva di intolleranza al lattosio. Questa scoperta avvalora l’ipotesi che anche 5.000 anni fa, nonostante si vivesse in una società contadina, l’intolleranza al lattosio fosse molto diffusa. Solo con l’addomesticamento degli animali, gli uomini avrebbero poi sviluppato la capacità di digerire il latte anche in età adulta.

Il sequenziamento del DNA di Ötzi è stato sostenuto da National Geographic Society (USA), Life Technologies (USA) e Comprehensive Biomarker (Germania).

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