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Cerro Torre: coro di sì alla schiodatura, tra loro Messner e House

Il compressore di Cesare Maestri (Photo bergsteigen.at)
Il compressore di Cesare Maestri (Photo bergsteigen.at)

BERGAMO — Dopo il “manifesto” italiano di condanna alla schiodatura della Via del Compressore, scritto da Stefano Lovison e sottoscritto da tanti e famosi alpinisti italiani, approdato pochi giorni fa anche sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian, arriva ora un’inaspettata replica dall’estero: sta circolando in queste ore una schiera di firme favorevoli all’atto compiuto da Jason Kruk e Hayden Kennedy sulla via di Cesare Maestri, fra cui figurano grandi nomi della storia dell’alpinismo mondiale, da Steve House a Reinhold Messner, da Vince Anderson a Chris Bonington.

Il documento, che riportiamo quasi integralmente di seguito, parte da un brevissimo excursus sulla storia della parete sud-est, quella dove sale la Via del Compressore. Poi riporta le firme dei sostenitori della schiodatura della via di Maestri, tra cui spiccano i nomi di alcuni dei pionieri dell’alpinismo patagonico ma anche dell’alpinismo di oggi. Tra i firmatari della lista pubblicata da Climb Magazine e da altri siti internazionali, molti sono gli americani, ma non solo: tra loro compare anche il nome dell’italianissimo Reinhold Messner, autore – fra l’altro – di un recente libro sul Cerro Torre in cui nega la salita in vetta di Maestri del 1959. Messner la pensa diversamente da buona parte degli italiani che invece si sono schierati numerosi contro la rimozione dei chiodi: “Maestri è stato libero di mettere i chiodi nel 1970 – dice l’alpinista altoatesino -, Jason e Hayden sono stati ora liberi dei toglierli. Cesare ha dimostrato che il Cerro Torre si poteva salire con il compressore, Jason e Hayden hanno dimostrato che era possibile senza. Hanno tutto il mio rispetto per aver liberato la Via del Compressore dalle grinfie dell’alpinismo di conquista, uno stile che ormai dovrebbe essere del tutto abbandonato”.

Preso atto della diatriba, resta aperta – a nostro avviso – la questione morale. Nei dibattiti italiani, infatti, più che difendere a priori la via del Compressore è stato contestato il mancato rispetto della storia da parte di Kruk e Kennedy. Sia nelle interviste rilasciate alle testate giornalistiche, sia nelle numerose discussioni dei forum alpinistici di casa nostra – dove non mancano pareri favorevoli alla schiodatura – è stata criticata perlopiù la modalità “talebana” con cui si è svolta la loro azione.

Il manifesto “del sì”, però, non risponde a questo tipo di contestazione, alla mancanza di rispetto nei confronti dell’apritore della via ancora in vita, né tratta la questione del coinvolgimento degli abitanti del luogo. Semplicemente si limita a citare i nomi dei sostenitori e a riportare poche note di commento da parte di alcuni dei più celebri.

Cerro Torre – “Una montagna impossibile”

“Nel 1952, dopo aver effettuato la prima salita del Cerro Fitz Roy, il francese Lionel Terray ha descritto il vicino Cerro Torre come “una montagna impossibile”, una frase che descriveva bene la chilometrica Torre di granito ricoperta di ghiaccio. Nei primi mesi del 1968 un team anglo-argentino composto da Martin Boysen, Mick Burke, Pete Crew, Jose Luis Fonrouge e Dougal Haston tentarono lo spigolo sud-est del Cerro Torre, riuscendo a salire 450 metri sopra il Colle della Pazienza senza mettere alcun tipo di chiodo. Nel dicembre del 1970 gli italiani Ezio Alimonta, Carlo Claus e Cesare Maestri sono saliti a circa 60 metri dalla cima, tornando indietro quando erano ancora su terreno verticale dopo aver fissato oltre 300 chiodi a pressione con l’aiuto di un compressore d’aria alimentato a gas. Grazie all’uso del compressore la “montagna impossibile” non lo era più. Nel gennaio del 1979, gli americani Jim Bridwell e Steve Brewer hanno completato il tratto mancante di Alimonta, Claus e Maestri finendo la cosiddetta Via del Compressore. Nel gennaio 2012 l’americano Hayden Kennedy e il canadese Jason Kruk hanno salito lo spigolo sud-est senza utilizzare nessuno dei chiodi di Maestri per la protezione, e tagliando durante la discesa 120 dei suoi chiodi”.

Noi, alcuni dei tanti alpinisti che hanno dedicato tanta energia negli ultimi decenni alla scalata dei massicci del Fitz Roy e del Cerro Torre, facendo la storia alpinistica di quella regione, appoggiamo pienamente la rimozione dei chiodi:
Jorge Ackermann, Tomy Aguilo, Conrad Anker, Bjorn-Eivind Artun, Trym Atle Saeland, Scott Backes, Scott Bennett, Bjarte Bø, Carlos Botazzi, Martin Boysen, John Bragg, Ben Bransby, Chris Brazeau, Phil Burke, Tommy Caldwell, Ramiro Calvo, Ben Campbell-Kelly, Rab Carrington, Dave Carman, Robert Caspersen, Andy Cave, Yvon Chouinard, Carlos Comesaña, Kelly Cordes, Inaki Coussirat, Pete Crew, Sebastian De la Cruz, Alejandro Di Paola, Leo Dickinson, Ben Ditto, Jim Donini, Martin Donovan, Dana Drummond, Magnus Eriksson, Gabriel Fava, Nico Favresse, Silvia Fitzpatrick, Ralf Gantzhorn, Rolando Garibotti, Stefan Gatt, Chris Geisler, Jon Gleason, Gustavo Glickman, Milena Gomez, Colin Haley, Brian Hall, Kennan Harvey, Jorge Insua, Peter Janschek, Hans Johnstone, Neil Kauffman, Joel Kauffman, Hayden Kennedy, Michael Kennedy, Andy Kirkpatrick, Jason Kruk, Ole Lied, Whit Magro, Klemen Mali, Carlitos Molina, Marius Morstad, Avo Naccachian, Fermin Olaechea, Marius Olsen, Ian Parnell, Luciano Pera, Korra Pesce, Doerte Pietron, Michal Pitelka, Kate Rutherford, Mikey Schaefer, Stephan Siegrist, Pedro Skvarca, Zack Smith, Bruno Sourzac, Rick Sylvester, Jim Toman, Doug Tompkins, Jvan Tresch, Roberto Treu, Sean Villanueva, Adam Wainwright, Eamon Walsh, Jon Walsh, Josh Wharton, Andres Zegers

Anche noi sosteniamo la rimozione dei chiodi della Via del Compressore:
Vince Anderson, Chris Bonington, Mick Fowler, Steve House, Heinz Mariacher, Reinhold Messner, Paul Pritchard, Sonnie Trotter, Mark Twight

Commenti:

Jorge Ackermann: “Ora, chi aveva il diritto di togliere i chiodi? Coloro che hanno salito la via senza usare i chiodi avevano il diritto di toglierli, e Jason e Hayden hanno deciso di farlo e io rispetto la loro decisione. Hanno salito la headwall splendidamente e li ho applauditi per questo, è un risultato enorme nel mondo dell’alpinismo. Un po’ più di discrezione avrebbe aiutato a mantenere la polemica sotto controllo, ma ormai è  fatta. Alla fine, però, è Cerro Torre che stiamo parlando e sembra che sia una montagna poco incline alla discrezione”.

Martin Boyse: “Era ora!”

Pete Crew: “Era ora che il ‘nonsense’ di Maestri fosse demolito una volta per tutte”.

Ben Campbell-Kelly: “Cosa può esserci di meglio di una montagna icona come il Cerro Torre con sole vie di salita in vetta impegnative? Senza trucchi e vie ferrate! E’ emozionante vedere come la nuova generazione stia lasciando il segno”.

Leo Dickinson: “La Via del Compressore sul Cerro Torre non sarebbe mai dovuta esistere. La natura ha fatto un così bel lavoro creando il Cerro Torre. La via dei chiodi è stata per troppo tempo la cicatrice nella storia dell’alpinismo…”.

Reinhold Messner: “Maestri è stato libero di mettere i chiodi nel 1970, Jason e Hayden sono stati ora liberi dei toglierli. Cesare ha dimostrato che il Cerro Torre si poteva salire con il compressore, Jason e Hayden hanno dimostrato che era possibile senza. Hanno tutto il mio rispetto per aver liberato la Via del Compressore dalle grinfie dell’alpinismo di conquista, uno stile che ormai dovrebbe essere del tutto abbandonato.”

Pedro Skvarca: “Personalmente credo che i chiodi non avrebbero mai dovuto essere messi. Non sono mai stato d’accordo con l’azione Maestri, ha commesso un grave errore e ha violato l’etica dell’alpinismo”.

Mark Twight: “Essendo cresciuto nella cultura di montagna che ho conosciuto, ed essendo stato educato da uomini che mi hanno ispirato, non avrei mai immaginato che un giorno qualcuno potesse essere contro la rimozione di questi chiodi a pressione”.

Manifesti integrali: – Favorevoli:    http://www.climbmagazine.com/news/2012/02/cerro-torre-petition
Contrari:     http://alpinesketches.wordpress.com/

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