Alpinismo

Precipita cordata norvegese, addio ai campioni del Trango e della Patagonia

Bjørn-Eivind Årthun e Stein-Ivar Gravdal (Photo www.nrk.no)
Bjørn-Eivind Årthun e Stein-Ivar Gravdal (Photo www.nrk.no)

FORSAND, Norvegia — Due fuoriclasse dell’alpinismo norvegese, Bjørn-Eivind Aartun e Stein-Ivar Gravdal, sono morti la settimana scorsa mentre tentavano di aprire una nuova via di ghiaccio sulle pareti di granito del Kjerag, nel celebre fiordo di Lysefjord. L’elicottero del Soccorso alpino, allertato per il loro mancato rientro, li ha avvistati venerdì mattina appesi a testa in giù sul vuoto, immobili, e con notevoli tracce di sangue sul ghiaccio sottostante.

I due alpinisti volevano aprire una via nuova di ghiaccio su una Big Wall del Kjerag, nel fiordo norvegese di Lysefjord, che significherebbe “fiordo della luce”. Erano partiti martedì 7 programmando il rientro per giovedì 9 febbraio, così, non vedendoli tornare, il venerdì mattina sono cominciate le ricerche. L’elicottero del Soccorso alpino li ha avvistati in parete, appesi a una corda, 100 metri sopra il ghiaione.

Le operazioni di recupero delle salme si sono svolte ieri dal momento che sabato le condizioni meteo hanno impedito al velivolo di alzarsi in volo. Domenica le famiglie hanno riconosciuto i corpi delle vittime ed è stata diffusa la notizia. Secondo quanto riferisce il British Mountaineering Council, si ipotizza che siano rimasti uccisi da un crollo del ghiaccio, e tuttavia si saprà qualcosa in più solo al termine delle indagini.

Bjorn-Eivind Aartun aveva 45 anni e viveva a Oslo, mentre Stein-Ivar Gravdal era un 37enne di Bergen, residente a Stavanger. Erano tra i più forti e famosi alpinisti norvegesi. Aartun aveva fatto parlare di sé solo poche settimane fa, per la straordinaria via aperta in stile alpino con Ole Lied sulla parete sud della Torre Egger tra il 25 e il 26 dicembre scorso, e aveva poi all’attivo diversa salite in Patagonia. Gravdal era noto invece per le sue scalate su Big Wall, nonché per aver compiuto nel 2008 la seconda ripetizione della difficilissima via dei norvegesi sulla parete nordest della Torre Grande di Trango, rimanendo in parete per circa 27 giorni.

 

info: www.thebmc.co.uk

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4 Commenti

  1. Non solo una perdita umana, quindi tragica e drammatica. Ci hanno lasciato due fra i più forti scalatori e alpinisti degli ultimi anni e, azzardo dire, di sempre. Hanno compiuto delle imprese superbe. L’alpinismo ha perso due fuoriclasse assoluti. RIP

  2. E’ in momenti come questi che mi pongo grandi interrogativi sull’attività che svolgiamo.
    Dura un paio di giorni, poi ritorna impietoso l’amore per le cime, le pareti ed i tramonti che colorano le guglie.
    Un pensiero per le famiglie.
    RIP

  3. Mi emoziono doppiamente a queste notizie. Sia per la perdita umana e sia pensando a quanto queste persone riescano a mettere in gioco la loro vita per una elevata passione che anch’io condivido.

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