Itinerari

Alla scoperta del supramonte di Baunei

BAUNEI, Ogliastra — La Sardegna non è solo mare. Il territorio interno, infatti, è aspro e montuoso, tanto da poter essere una meta d’eccellenza per gli amanti del trekking. Il territorio di Baunei, per esempio, è un perfetto connubio di mare e montagna. Con le sue valli carsiche e l’altopiano basaltico del Golgo con “Su Sterru”, che è la voragine più profonda d’Europa, offre paesaggi indimenticabili e escursione di diversa difficoltà.

Gli amanti dell’osservazione degli animali potranno incontrare l’aquila reale, il falco della regina, il gabbiano corso, il muflone, il cinghiale e il falco pellegrino; i patiti della speleologia si potranno imbattere in grotte e voragini interessantissime, sia sotto sia sopra il livello del mare. Ma anche gli appassionati di archeologia avranno pane per i loro denti, grazie a  siti risalenti al periodo prenuragico e nuragico, fortezze e tombe dei giganti, chiese medioevali e torri spagnole.

Nel supramonte di Baunei ci si può perdere per giorni, affrontando escursioni a piedi o pareti per arrampicata. Poche ore di cammino, invece, portano alle più belle spiagge come Cala Goloritzè, Cala Mariolu, Cala Sisine.

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4 Commenti

  1. Il maggio scorso, mio marito ed io, abbiamo percorso l’entusiasmante e suggestivo trekking “Selvaggio blù”, partendo da Pedra Longa fino a Cala Sisine.
    Viene chiamato “il trekking più difficile d’Italia”, molto impegnativo per l’orientamento ma tranquillamente fattibile per escursionisti allenati con esperienza anche su tratti di roccia (passaggi fino al IV°) ed a discese in corda doppia.
    E’ un itinerario avventuroso e veramente selvaggio di 5 giorni, permette di vivere un’ esperienza indimenticabile, si sposta continuamente sospeso sull’orlo estremo di una falesia verticale, tra guglie, il verde della macchia mediterranea, canyon, grotte e l’azzurro del mare nell’isolamento più completo.
    Essendo un itinerario molto complesso e difficile da individuare, anche per l’asprezza del terreno, è consigliabile appoggiarsi alle tante Guide che propongono questo trek.
    Noi ci siamo appoggiati alla Cooperativa Goloritzè di Golgo, l’organizzazione è stata molto efficiente, le spiegazioni ed i racconti di Storia sul territorio e la vita dei suoi abitanti, che la Guida con molta passione ci ha raccontato durante il tragitto, hanno arricchito anche culturalmente ed hanno fatto amare ancor più questa meravigliosa Terra ed i suoi abitanti.
    Dina Vazzola

    1. CONDIVIDO!!!
      Io l’ho percorso x intero ( da Pedra Longa a Cala Fuili) insieme ad altri 3 amici in 6 giorni con rifornimenti effettuati in precedenza. Ma proprio in vicinanza di Cala Sisine è “sparito” 1 sacco con le provviste e in quei giorni c’era gente che stava ristrutturando la sede della cooperativa (coincidenza!!!). Ovviamente nulla ha tolto all’immensità di SELVAGGIO BLU. Lo consiglio

  2. Ciao Giovanni, sono Antonio, la Guida di cui parla Dina, che saluto e ringrazio.
    Vorrei che tu specificassi a quale cooperativa ti riferivi nel tuo intervento, poichè non era di certo la nostra. E sono comunque convinto dell’estraneità dei colleghi nella sparizione dei vostri viveri: il nostro territorio è percorso da numerosi animali selvatici, che a volte hanno giocato brutti scherzi anche a noi. Mi dispiace che abbiate avuto problemi e spero che tornerete a trovarci.

    1. E’ passato tanto tempo ma ricordo con piacere Antonio dell’albergo di S. Maria Navarrese che ci ha aiutati ad approntare i rifornimenti portandoci anche in barca e consigliandoci i posti ideali per sistemare i sacchi delle cibarie. Ricordo che a Cala Sisine il sacco fu messo in una grotta che dava sul mare e che non poteva essere raggiunta facilmente da animali se non volatili e che comunque avremmo trovato dei resti del sacco di plastica e delle bottiglie dell’acqua (erano 6 da 2 litri).
      Tengo a precisare che il mio è stato solo uno sfogo, ciò non toglie il fatto che io possa ribadire la validità del percorso in un ambiente splendido quale quello dell’Olgiastra. Ricordo con soddisfazione l’incontro con una guida che, venuto a conoscenza dell’impresa da noi effettuata autonomamente, ci ha fatto i complimenti, questo a conferma che SELVAGGIO BLU è meritatamente il “trekking più difficile” e aggiungo io più bello d’Italia…e spero di ritornarci.
      CIAO. Giovanni

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