Storia dell'alpinismo

In Mongolia sulle orme degli uomini renna

ULAN BATOR, Mongolia — Sono rimasti in 235. Pochi per aver scongiurato l’incubo dell’estinzione. Gli uomini renna vivono nelle foreste tra la Mongolia settentrionale e la Repubblica di Tuva, in Siberia, in un territorio di centomila chilometri quadrati. Si spostano in continuazione tra i Monti Sayan, vivendo come secoli fa in uno strettissimo rapporto con questa natura selvaggia. La sopravvivenza è ancora possibile in questo difficile territorio solo grazie a un migliaio di renne.

Il giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone ha vissuto alcuni mesi tra gli Tsaatan, sui monti Sayan tra la Mongolia settentrionale e la Siberia, realizzando vari reportage e due libri e diventando la principale fonte di informazione a livello internazionale su questa minuscola etnia. Nel 2004 la casa editrice Edt ha pubblicato il racconto “Uomini renna – Viaggio in Mongolia fra gli Tsaatan”, una sorta di diario di viaggio che tratteggia la realtà di questo popolo in modo crudo ed efficace. Nel 2000, invece, Pistone aveva realizzato “Tsaatan – Gli uomini renna della Mongolia”, uscito per la casa editrice Periplo-Les Cultures

Pistone e l’antropologo David Bellatalla hanno portato sostentamento, aiuti e beni essenziali a questa etnia che fino a pochi anni fa era sull’orlo dell’estinzione. Uno studioso americano, Edward Nef, alla fine degli anni Novanta aveva studiato un folle piano  di salvaguardia che prevedeva una graduale civilizzazione degli tsaatan. Si voleva tutti gli uomini renna dalla taiga siberiana a quella canadese e il progetto, lanciato nel 1998, aveva trovato anche l’appoggio del governo mongolo. Solo una forte protesta internazionale ha evitato la deportazione.

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