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Il furbo “spazzino” dell’Everest

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KATHMANDU, Nepal  — Qualcuno lo ha chiamato "lo spazzino dell’Everest". Di certo, Jeff Clapp ha trovato un modo originale per sfruttare l’enorme quantità di bombole d’ossigeno abbandonate dalle spedizioni: trasformarle in opere d’arte.

Dopo aver visionato un documentario che parlava dei rifiuti lasciati sull’Everest, Clapp si è lasciato coinvolgere e si è subito interessato al problema. E da qui è nata l’idea originale di recuperare i rifiuti e trasformarli in oggetti ornamentali.
 
Fin dalla prima spedizione sull’Everest nel 1953, rifiuti di vario genere hanno cominciato ad accumularsi lungo i versanti della montagna. Dalle tende ai materiali di supporto a alle bombole d’ossigeno.
 
Clapp trasforma proprio le bombole d’ossigeno in campane, in coppe o altri tipi di soprammobili. E sta creando un vero business, vendendo gli oggetti in internet. A Natale Clapp ha venduto le sue campane a un prezzo compreso tra i 1600 e i 3000 dollari e le ampolle tra i 500 e i 1500.
 
"Il mio scopo – ha detto Clapp – non è solo quello economico, ma è anche quello di trovare un modo alternativo per pulire le montagne più alte della Terra. Trasformando ciò che è pattumiera in un piccolo tesoro".
 
Rick Wilcos, un alpinista, ha dichiarato: "Tutti gli alpinisti si propongono di riportare a valle i propri rifiuti. Ma quando si trovano tra la vita e la morte, preferiscono puntare a salvare la proria vita e dunque abbandonano tutto ciò che si sono portati".
 
Forse negli ultimi anni le cose sono un pò cambiate, soprattutto da quando il governo nepalese ha deciso di richiedere un’alta somma di denaro se le spedizioni al ritorno non hanno con sè tutte le bombole di partenza.
 
Greta Consoli

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