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Invernale al K2, i russi tentano il colpo grosso

K2
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ISLAMABAD, Pakistan — La prima salita invernale al K2 è per molti un sogno nel cassetto. Una sfida epica perché, quella che in tanti definiscono la montagna più difficile del mondo, in inverno è ancora più dura. Che i russi siano interessati a tentare il colpo grosso lo si sapeva da tempo, quest’anno però pare sia arrivato il momento di mettere in atto un nuovo tentativo. Guidati dal capospedizione Viktor Kozlov scenderanno in campo 16 fuoriclasse russi: Alexey Bolotov, Gennady Kirievskiy, Vlaimir Belous, Nikolai Totmianin, Valery Shamalo, Gleb Sokolov, Vitaliy Gorelik, Lias Tukhvatullin, Andrey Mariev, Vadim Popovich, Evgeny Vinogradskiy, Nikolay Chernyy, Sergey Bychkovskiy, Igor Boriseko e Vladimir Kuptsov.

I 16 che faranno l’impresa – una vera armata di forti condottieri -, tenteranno quello che fino ad oggi non è ancora riuscito a nessuno. L’obiettivo è difficile ed è già fallito in passato, anche a scalatori di altissimo livello come il team polacco guidato nel 1987 da Andrzej Zawada, che compii il primo tentativo, o quello nel 2002-2003 dall’alpinista simbolo storico delle salite in invernale, Krzysztof  Wielicki. Di quella spedizione facevano parte anche i kazaki Vassiliy Pivtsov e Denis Urubko. Quest’ultimo all’epoca non aveva ancora mai toccato la cima di un ottomila.

La spedizione si risolse in un finale drammatico: dopo che una gelida e violentissima bufera si era scatenata sul K2 mettendo ko quasi tutto il team, gli unici a tentare la cima furono Urubko e Kaczkan. Era il 26 febbraio del 2003: i due arrivarono fino a campo 4, a 7630 metri, in condizioni difficilissime, poi il polacco iniziò a stare male. Il vento forte aveva distrutto e spazzato via gran parte del loro accampamento, compreso il kit di emergenza, lasciando loro una sola aspirina a disposizione. Alla fine piano piano Kaczkan e Urubko ridiscesero al base. A questo punto, il 28 febbraio, Wielicki decise che la missione finiva lì. Nonostante avesse dichiarato di voler riorganizzare una spedizione invernale sulla seconda montagna della terra, dopo quell’anno non ci fu un ritorno.

Secondo quanto riferisce Explorersweb, Viktor Kozlov ha studiato a lungo la preparazione di un nuovo tentativo e ora è pronto a metterlo in pratica. L’organizzazione sarà in stile militare, caratterizzata da un grande team di alpinisti che lavoreranno divisi in squadre per permettere la salita: alcuni attrezzeranno la parete con le corde fisse, altri allestiranno i campi alti. Tutti saranno determinati a far sì che l’obiettivo sia raggiunto.

Il K2 in inverno è però una delle più grandi sfide dell’alpinismo rimaste aperte ai giorni nostri. Con i suoi 8611 metri, è per molti la montagna delle montagne, la cima più difficile al mondo. In inverno forti venti e freddissime temperature, associati all’altezza della seconda montagna più alta del mondo, rendono la salita ancora più dura.

Alcuni degli scalatori che facevano parte della salita invernale al K2 del 2002 saranno impegnati sempre in Karakorum questo inverno, ma su altre montagne. Oltre a Denis Urubko, che farà squadra con Simone Moro, ci sarà al Nanga Parbat anche il team polacco della spedizione “Justice for all – Nanga Parbat Expedition 2011 / 2012”, composta da Marek Klonowski, Lukasz Biernacki, Tomasz Machiewicz e Bartosz Malinowski e guidata da Piotr Strzezysz.

Info: www.k2news.com/winterk203/winterk2dispatches.htm

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