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Cartelli bilingue in Alto Adige ancora in alto mare, per Durnwalder accordi scaduti

Cartelli in Alto Adige
Cartelli in Alto Adige

BOLZANO — Quella dei cartelli bilingue in Alto Adige sembra una storia infinita, eppure una fine la dovrà pure avere, anche se ancora non pare vicina. Secondo Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, le precedenti trattative intavolate con il ministro Fitto sono da considerarsi ormai scadute, anche in ragione della caduta del governo.

Da quando è scoppiata la polemica sui cartelli bilingue sono trascorsi quasi due anni, in cui, a conti fatti, nessun accordo definitivo è stato preso. Luis Durnwalder e il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto dell’ex governo Berlusconi si sono fronteggiati in un duro braccio di ferro: il primo sostenendo il diritto all’uso esclusivo della lingua tedesca quando il nome non sia traducibile e quando i nomi storicamente accertati siano solo in tedesco, il secondo pretendendo che su tutto il territorio altoatesino – ovvero italiano – i cartelli riportino sempre la doppia lingua.

Il problema sembra concernere non solo la toponomastica ma anche la norma dello Statuto delle autonomie regionali, che prevede l’uso congiunto e paritetico delle lingue. A installare i cartelli sui monti del territorio altoatesino sono il Cai e l’Alpenverein, che si occupano della segnaletica di montagna su incarico della Provincia, da cui ricevono per questo finanziamenti.

L’estate scorsa le parti politiche si sentivano “vicine” alla risoluzione del problema, rimanendo da discutere “solo” 250 nomi. Un numero esiguo se si considera che erano migliaia all’inizio la disputa, dovuta all’istallazione da parte del club alpino sudtirolese Avs di cartelli in tedesco. L’atto aveva portato a un esposto in procura, a cui era seguita la diffida di Durnwalder e l’ordine di rimozione delle insegne, rimozione mai avvenuta del resto.

Addirittura, secondo quanto riferito dal giornale locale L’Alto Adige, nella totale indifferenza delle disposizioni stabilite 2 anni fa dal commissario del governo, l’Alpenverein starebbe attualmente continuando ad installare nuovi cartelli solo in lingua tedesca. Questo atteggiamento secondo la Procura della Repubblica potrebbe far scattare l’imputazione di omissione di atti d’ufficio, mentre sarebbe da escludere una sanzione per la violazione dell’obbligo statutario sulla bilinguità dei cartelli, in quanto si tratterebbe di problema politico e non giudiziario.

Nel frattempo però la politica si arena per l’ennesima volta. “Per quanto riguarda i singoli nomi l’accordo con Fitto è scaduto” – ha dichiarato infatti Durnwalder secondo quanto riferito dall’Ansa.
Il presidente della Provincia di Bolzano però, avrebbe anche sottolineato che rimane valida comunque la parte generale dell’accordo nella quale ”per la prima volta”  si stabilisce che non tutti i nomi vanno tradotti e che i macrotoponimi debbono essere bilingui.

Molti rimangono gli scontenti delle trattative, non solo per le tempistiche ma anche per le modalità con cui si starebbero svolgendo, secondo alcuni condotte alla stregua di una questione privata. Questo almeno quanto lamentato a inizio settembre dal Club Alpino Italiano altoatesino, che aveva infatti inviato una lettera-appello direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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