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Oggi la marcia in difesa dell'Antica Foresta del Cansiglio

Manifestanti in cammino per la marcia n difesa della foresta del Cansiglio (Photo courtesy of http://mmedia.kataweb.it/foto/3621745)
Manifestanti in cammino per la marcia n difesa della foresta del Cansiglio (Photo courtesy of http://mmedia.kataweb.it/foto/3621745)

TAMBRE, Belluno — É giunta ormai alla ventiquattresima edizione la tradizionale marcia di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell’Antica Foresta del Cansiglio. Oggi, domenica 13 novembre, i manifestanti raggiungeranno Forcella Palantina per protestare contro lo sfruttamento per l’ampliamento delle piste da sci.

Il Cai di Dolo e di Mestre insieme ad altre associazioni ambientaliste hanno organizzato anche quest’anno la marcia in difesa del Cansiglio, la foresta situata tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone. Questa mattina alle 9.30 tutti i partecipanti si ritoveranno al Villaggio Cimbro di Pian Canaie, tra le località Campon e Col Indes del paesino bellunese di Tambre. Da qui proseguiranno a Casera Palantina per il pranzo al sacco e nel pomeriggio raggiungeranno Forcella Palantina a quota 1780 metri.

Tutti riuniti per manifestare per il 24esimo anno contro il progetto della Regione Veneto che vuole costruire impianti sciistici di collegamento tra Pian Cavallo ed il Cansiglio-Alpago, attraverso Forcella Palantina. Un’operazione che i manifestanti ritengono inaccettabile poiché cambierebbe in modo irreversibile l’assetto naturalistico e paesaggistico del versante veneto della zona.

Le preoccupazioni sono aumentate quest’anno a causa del Piano Neve della regione Veneto e del Pati, il piano di assetto territoriale intercomunale dell’Alpago. In entrambi i piani è inserito il collegamento come progetto che si intende realizzare, ma solo il secondo è stato approvato quindi una decisione definitiva ancora non esiste.

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Un commento

  1. La costruzione degli impianti è inutile, non perchè si rovina la natura, ma perchè l’Alplago NON è una zona turistica.

    L’Alpago è una zona mineraria degradata.

    Non per nulla non fa parte del patrimonio unesco, nè ha potuto pensare lontanamente di entrarvici.
    Appena oltre il bosco del cansiglio, il sentiero “alpago natura” transita sul bordo di due miniere/cave che stanno devastando la conca nella sua parte più selvaggia e remota, le pendici del guslon.

    Il problema dell’Alpago sono gli alpagoti, miopi gestori di un grande patrimonio naturalistico.

    Massì!
    Lasciategli buttare soldi pubblici nel finire di devastare la conca, che protestano a fare gli ambientalisti? In Alpago la partita l’hanno già persa.

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