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Soro Dorotei precipita dalla Torre Jolanda: gravissimo

Torre Jolanda (Photo courtesy picasaweb.google.com)
Torre Jolanda (Photo courtesy picasaweb.google.com)

BELLUNO — Stava arrampicando con la moglie sulla via che lui stesso aveva aperto anni prima. All’ultimo tiro, per ragioni ancora inspiegabili, si è staccato l’appiglio ed è volato nel vuoto. Questo il grave incidente accaduto ieri a Soro Dorotei sulla Torre Jolanda: primo di cordata, l’alpinista bellunese è caduto per una quindicina di metri, sbattendo contro le rocce e procurandosi ferite molto gravi: al momento è ricoverato all’ospedale di Treviso dove sta lottando fra la vita e la morte.

L’incidente è avvenuto ieri sulla via “Supersoro” della Torre Jolanda, nel gruppo della Moiazza. Poco dopo la caduta, le grida di aiuto della moglie sono state udite da alcuni escursionisti in zona che hanno chiamato subito il 118. Sul posto è intervenuto l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore che ha recuperato Dorotei con il verricello e lo ha trasportato d’urgenza a Treviso.

Dorotei, ora, è ricoverato in prognosi riservata. All’alpinista sono state riscontrate diverse fratture ma soprattutto problemi al bacino per la rottura di una vena e una frattura alla testa. Secondo le prime informazioni di questa mattina, Dorotei avrebbe passato la notte ma al momento le sue condizioni sarebbero ancora molto gravi.

Nel frattempo, il mondo alpinistico si sta stringendo con apprensione e speranza attorno ad una figura storica e molto amata dell’ambiente dolomitico e Himalayano.

Soro Dorotei (Photo archivio S. Dorotei)

Soro Dorotei, centocinquanta vie nuove sulle Alpi, diverse invernali e solitarie all’attivo, ha salito sei ottomila all’attivo senza ossigeno tra i quali si conta la prima ripetizione della vertiginosa via Bonnington sulla parete Sud dell’Annapurna (8.091 metri) con Benoit Chamoux. E’ nato a Belluno il 22 aprile 1951. E’ guida alpina, istruttore e maestro di alpinismo dal 1978. Ha un passato da maresciallo capo dell’aeronautica militare e dal 1991 gestisce del rifugio Passo Duran “Tomè”, tra Agordo e la val Zoldana, con la moglie Ornella e i figli Andrea e Vittoria.

La sua carriera alpinistica è nata sulle montagne di casa, le Dolomiti, dove ha svolto un’attività intensissima. La preparazione per le grandi montagne è avvenuta con diverse invernali tra cui ricordiamo Nord del Pelmo, la via Ratti alla Su Alto e altre minori. Ha compiuto anche diverse solitarie tra cui si ricorda via Strobel alla Rocchetta Alta di Bosco Nero. Dal 1983 inizia a frequentare le grandi montagne Himalayane, dove compie nove spedizioni e una decina di trekking, sale sei ottomila senza ossigeno – Lhotse, K2, Nanga Parbat, Manaslu, Annapurna, Broad Peak– e organizza regolarmente diversi trekking.

Ha partecipato alla spedizione alpinistico scientifica East-Lhotse 1997 del comitato EvK2Cnr. Nel 2004 è stato vice capospedizione della spedizione alpinistico-scientifica K2 2004 sull’Everest, organizzata da Agostino da Polenza, durante la quale è stata ricondotta la misurazione dell’altezza della montagna.

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