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Soccorso alpino, il Veneto sblocca i finanziamenti regionali

Soccorso alpino (Photo soccorsoalpino.org)
Soccorso alpino (Photo soccorsoalpino.org)

VENEZIA — Un milione e duecento mila euro per il Soccorso alpino veneto. La regione Veneto ha sbloccato i finanziamenti destinanti al Cnsas per gli anni 2011 e 2012: fondi necessari per lo svolgimento del servizio, aumentato sensibilmente negli ultimi anni nel numero degli interventi, e bisognoso, secondo i soccorritori, di colmare le inadeguatezze strutturali, quali ad esempio la rete radio e i dispositivi di protezione individuale.

Se non fossero stati stanziati i fondi richiesti, difficilmente il Soccorso alpino veneto avrebbe potuto continuare a svolgere regolarmente la propria attività. Fortunatamente per tutti, il pericolo è stato sventato e dopo un confronto tra Cnsas e Regione, l’Assessorato alla Sanità ha stabilito di erogare per il biennio 2011 – 2012, 600 mila euro all’anno per far fronte alle spese correnti, così come del resto già stabilito da una legge regionale del 2007.

Le parti si sono incontrate l’altro ieri a Palazzo Molin, sede della Regione Veneto. All’incontro erano presenti il Segretario regionale alla Sanità Domenico Mantoan, il Vice Presidente del Consiglio Regionale Matteo Toscani, il Capo Gruppo del PDL Dario Bond e il Responsabile del CREU Paolo Rosi, Direttore del Suem 118 di Treviso Emergenza.

Il Consiglio regionale del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto è costituito da tre Delegazioni: quella delle “Dolomiti Bellunesi” (per la provincia di Belluno e Treviso), quella delle “Prealpi Venete” (per le province di Vicenza, Padova e Verona) ed, infine, dalla Delegazione Speleologica (competenza per tutta la regione Veneto). I rappresentanti di tutte le 3 sezioni hanno richiesto i finanziamenti tramite un documento, presentato ieri in Regione, nel quale venivano sottolineate le maggiori difficoltà che in questo momento l’organizzazione si trova a dover affrontare.

Prima di tutto l’aumento esponenziale dell’attività di soccorso, che in territorio montano si verificano ormai con una frequenza decisamente maggiore rispetto al passato. Poi le nuove competenze trasferite negli ultimi anni al Cnsas, le esigenze scaturite dall’attività di formazione del personale e infine le dotazioni: da un punto di vista strutturale, il Soccorso alpino veneto ha lamentato infatti grosse carenze nella rete radio e nei dispositivi di protezione individuale per gli operatori Cnsas.

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