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Weekend nero in montagna, feriti e morti sulle Alpi

Il Coston, la via Hintergtat e Ortles (Photo www.veramontagna.it)
Il Coston, la via Hintergtat e Ortles (Photo www.veramontagna.it)

STELVIO, Bolzano — E’ stato un brutto fine settimana, quello appena passato, sulle montagne italiane. Si contano infatti 3 morti sulle Alpi, più diversi incidenti. Un alpinista meranese è precipitato sull’Ortles mentre saliva la cresta del Coston, una donna di 37 anni è morta invece sulle Pale di San Martino. Infine un 47enne è caduto mentre saliva la cima Valbona, nel gruppo del Catinaccio.

L’incidente sull’Ortles si è verificato verso le 7.30 di domenica mattina. La vittima, un 33enne meranese, era partito all’alba da rifugio Coston, posto a 2.661 metri, e stava scalando l’Ortles lungo la via di cresta del Coston. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe precipitato poco dopo la partenza, in un punto esposto: la caduta gli avrebbe procurato ferite mortali.

Sul posto sono intervenuti gli uomini del Soccorso alpino di Solda: le operazioni di recupero della salma sono state rese difficili dalla nebbia in alta quota. L’elicottero infatti, ha potuto sbarcare i soccorritori solo 200 metri sotto il luogo dell’incidente, e da qui gli uomini hanno proseguito a piedi. Quando il cielo si è rasserenato l’elicottero è tornato sul posto e ha recuperato la salma.

Sempre nel gruppo dell’Ortles Cevedale, lungo la salita Pizzini al Gran Zebrù, sono stati recuperati ieri 3 alpinisti piemontesi rimasti feriti intorno a 3000 metri di quota. Uno di loro, un 49enne di Asti, sarebbe scivolato per 300 metri lungo un nevaio fermandosi a 20 metri dal vuoto. La caduta gli avrebbe procurato diversi traumi e un principio di ipotermia, essendo rimasto bloccato nella neve. Gli altri due alpinisti che erano con lui sono invece rimasti feriti in maniera meno grave. Il soccorso alpino di Santa Caterina Valfurva li ha recuperati e trasportati all’ospedale di Sondalo.

Un altro incidente mortale è avvenuto in parete, sabato scorso, sulle Pale di San Martino. Una donna trevigiana di 36 anni, a quanto pare esperta alpinista, è morta mentre scalava la via Gran Pilastro: era a circa 2.400 metri di quota quando la roccia avrebbe ceduto, facendola precipitare per 10 metri. Nella caduta la climber avrebbe sbattuto la testa contro la roccia, morendo sul colpo. Nulla ha potuto fare per aiutarla il suo compagno di cordata, rimasto anch’egli ferito, né hanno potuto fare di più gli uomini del soccorso alpino di Primiero e San Martino, arrivati sul posto con l’elicottero di Trento.

Ancora un altro alpinista, un altoatesino di 47 anni, è morto mentre saliva la cima Valbona, alta 2.705 metri, nel gruppo dolomitico del Catinaccio. L’uomo sarebbe precipitato per 250 metri mentre scalava una via di quinto grado di difficoltà.

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