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Quartiani: ecco perchè la legge sulla montagna segna una svolta

L'onorevole Erminio Quartiani
L'onorevole Erminio Quartiani

ROMA — Sburocratizzazione e maggiore libertà di movimento per chi risiede, lavora e imprende in montagna. Ecco come la legge sulla montagna approvata alla Camera giovedì scorso cambierà le cose in alta quota: ci spiega tutto l’onorevole Erminio Quartiani, presidente del Gruppo parlamentari Amici della Montagna, che ha promosso il provvedimento e che abbiamo intervistato per voi riguardo questo passo fondamentale verso lo sviluppo delle terre alte.

On. Quartiani, quali sono i punti di forza e i punti di debolezza di questa legge?

Per la prima volta c’è una definizione di montagna approvata all’unanimità da tutti i gruppi parlamentari. Vale solo per l’assegnazione del Fondo speciale per progetti di sviluppo, ma costituisce un precedente che può in futuro aiutare il legislatore a definire la montanità e conseguentemente il legislatore regionale a classificare i comuni montani. Purtroppo il fondo parte con una dotazione finanziaria molto limitata. Potrà perciò finanziare un numero limitatissimo di progetti. Tuttavia, poiché è costituito per sempre e non per un solo anno,potrà essere rifinanziato con maggiorazioni di risorse nel corso delle sessioni di bilancio del Parlamento. Il fondo non è però l’unico né il più importante provvedimento contenuto nelle disposizioni volte al sostegno della montagna. Infatti ci sono disposizioni che nell’immediato potranno agire dando la possibilità ai comuni,agli agricoltori, ai professionisti della montagna,a coloro che fanno impresa in montagna, a coloro che servono lo Stato in montagna dentro la pubblica amministrazione, all’associazionismo,di disporre di una legislazione di favore,così come chiede l’art.44 della Costituzione.

Concretamente, cosa cambia per la montagna italiana?

La montagna italiana potrà disporre di aiuti di stato anzitutto e il legislatore per la prima volta ne prende atto, in osservanza anche al nuovo trattato di Lisbona che considera la montagna territorio per il quale vale il riferimento alla coesione sociale, economica e territoriale. Se il Senato la farà propria questa legge, che per la prima volta dal 94 avvia una controtendenza per cui il Parlamento discute e vota una legge tutta esclusivamente volta alla montagna, determinerà alcune novità che agiranno nel segno della sburocratizzazione e di una maggiore libertà di movimento per chi risiede, lavora e imprende in montagna. Alcuni esempi: i sindaci possono assegnare lavori direttamente per opere fino a un milione di euro(soglia europea); le associazioni tra cui Cai e Fisi potranno beneficiare di sconti fiscali; il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico potrà contare sull’apporto di professionisti che rafforzeranno le capacità di intervento e di riuscita del soccorso; si porrà fine alle controversie sugli usi civici; i rifugi di montagna potranno disporre di normative igienico-sanitarie loro riservate anche in deroga alla legislazione vigente; guide alpine e maestri di sci potranno fare formazione e concorrere a realizzare le finalità che il provvedimento di legge si è dato; lo stesso vale per il Cai quanto a rete segnaletica e dei rifugi; i quali ultimi appartenenti al demanio non potranno essere né alienati né cartolarizzati; vi è poi la norma che fa definitivamente chiarezza sull’Ici per i fabbricati agricoli che non deve essere pagata. Non è contenuto nella norma perché oggetto di uno stralcio operato di comune accordo, il tema della riscrittura del rapporto tra fondazioni bancarie e volontariato nei territori di montagna, rinviato ad una riforma complessiva della materia e dei Centri Servizio del Volontariato. Sono piccoli aggiustamenti e disposizioni particolari, che però aiutano a rendere meno difficile la vita in montagna, in particolare in un periodo di crisi economica come questa e di tagli finanziari operati dal governo centrale (ricordo tra tutti l’azzeramento dei fondi per le comunità montane e la riduzione all’osso del fondo ex legge 97 del 94, oppure i tagli alle scuole e alle università di montagna, la riduzione delle disponibilità di bilancio per i piccoli comuni, ecc:). La legge va in controtendenza. Come tale va apprezzata, nonostante i suoi evidenti limiti, che nessuno di colore che hanno contribuito a licenziare un testo unificato (da sette proposte che affrontavano la materia in modo organico) disconosce. Ma dal 2001 in dieci anni di tentativi di riforme organiche, la montagna non aveva partorito nemmeno il topolino (infatti nessuna legge per la montagna è andata in porto). Ai critici dico: questa legge è solo un topolino? Cominciamo di qui per ottenere il meglio in un futuro meno lontano possibile, avvalendoci della volontà politica bipartisan che abbiamo saputo suscitare come Gruppo Amici della Montagna del Parlamento Italiano tra tutti i colleghi (sono stati solo 5 gli astenuti e nessun contrario! E’ o no un risultato anche questo?

Il Fondo nazionale integrativo per i comuni montani svantaggiati: sarà permanente o sparirà per questi due anni?

Come ho già detto il fondo nazionale sarà permanente perché non solo è coperto dal bilancio pluriennale, ma è chiara la lettera della norma che lo istituisce “a partire” dal presente anno.

Ritiene che lo stanziamento sia sufficiente per risolvere i problemi della montagna italiana?

La domanda in sé è sbagliata, perché non sarà mai un fondo, grande o piccolo che sia, a risolvere i problemi della montagna italiana, ma solo l’attenzione continuativa verso la montagna da parte del legislatore e dei governi che potrà risollevare la montagna da una situazione per cui la gran parte dei suoi territori oggi sono fuori dal mercato. Vanno riportati a valore per permettere ai montanari di continuare a vivere in montagna e alle giovani generazioni di considerare la montagna un luogo in cui è possibile fare progetti di vita, per il bene non solo di chi nelle terre alte risiede ma anche di tutta la collettività nazionale che nel 150° dell’unità d’Italia dovrebbe poter far vivere un nuovo grande patto solidale tra montagna e pianura, tra terre alte e metropoli. Come? Anzitutto agendo sulla leva della fiscalità generale che, a parità di impegni di bilancio, deve ritornare la parte dovuta di risorse alla montagna, alla quale sono state e sono prelevate per il bene collettivo e per lo sviluppo di tutti (si pensi all’acqua e all’idroelettrico, ai boschi, alla pietra,oltre che all’ambiente che la montagna offre per il turismo di massa e le pratiche invernali ed escursionistiche sportive di moltissimi cittadini,ecc.). La montagna ha bisogno di una fiscalità generale che non la penalizzi e che ne riconosca la specificità, a garanzia di una presenza costante dell’uomo e della sua insostituibile opera (dai terrazzamenti agli alpeggi, dalla coltura dei boschi all’agricoltura, dalle attività produttive ai servizi essenziali come le scuole che, con le attività commerciali ed alberghiere, come i servizi sanitari sono presidi non sopprimibili). In tal senso delle risorse ricavate dalle tariffe per servizi universali esercitati in monopolio naturale (come i servizi idrici, del gas, elettrico, autostradale) si dovrebbe prevedere di destinare una quota parte per lo sviluppo delle comunità di valle e di montagna (come aveva iniziato a fare il Piemonte).

Che importanza ha la certificazione di ecocompatibilità del legno?

Il legno oltre che come biomassa, può costituire una forte componente di mercato in grado di far competere la montagna, sia per quanto attiene al settore dell’industria e del design, sia per quanto attiene all’artigianato (non solo quello artistico). Sarebbe fonte importante di competitività internazionale ed anche un marchio di qualità che il mercato apprezzerebbe proprio perché parte di un più generale sforzo di raggiungimento dei risultati relativi alle emissioni in atmosfera, quanto di razionalità dello sfruttamento delle foreste. Si parla di valorizzare le risorse idriche ed elettriche: che cosa significa di preciso? I covermuni saranno coinvolti nelle decisioni o potranno partecipare agli utili delle aziende? La norma votata fissa alcune priorità che devono prendere le destinazioni delle risorse che il fondo attiverà, tra queste le risorse idriche. Sarà il governo, che è delegato a scrivere l’apposito decreto di funzionamento del fondo, a precisare quanto per ora è scritto in termini di indirizzi generali. Tuttavia posso dire che già le norme in vigore attualmente prevedono la partecipazione degli enti locali al capitale delle società concessionarie di impianti idroelettrici per una consistente quota azionaria, il che significa non solo compartecipazione agli utili, ma ritorno sul territorio dei benefici un tempo unidirezionalmente diretti verso i profitti di società non radicate nel territorio.

Quali sono i prossimi passi da compiere?

La legge andrà al Senato per la discussione nelle commissioni di merito (bilancio e affari costituzionali). Lì dovrà essere sostenuta da una forte volontà degli amici della montagna e di tutto il mondo che si occupa di montagna anche fuori dal Parlamento affinché il Parlamento non perda tempo e il Senato voti definitivamente la norma. Solo così a maggio la legge potrebbe essere definitivamente varata. Diversamente verrà insabbiata e dimenticata. Ma Noi del GAM non faremo mancare il nostro impegno. Una volta approvati alcuni dei più urgenti provvedimenti per la montagna che in parte questa norma affronta, occorrerà lavorare con meno fiato sul collo a progetto organico di revisione della 97 del 94 (legge per la montagna) e soprattutto fare in modo che d’ora in poi ogni legge importante e meno importante rechi sempre riguardo alla specificità montana, di modo che non accada più che una qualsiasi agenzia delle dogane commini sanzioni a rifugi d’alta montagna, come successo in alta Valmalenco, spendendo di più per levarsi in elicottero, per controllare quante ore funzionasse il generatore a gasolio di un rifugio (al fine di ingiungere il pagamento di accise sulla generazione elettrica dalle quali non sono più esentati coloro che usano generatori in montagna), di quanto ha potuto incassare lo Stato, pur tuttavia compromettendo la stagione del gestore e il bilancio della sezione Cai proprietaria!

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