FUNES, Bolzano — Reinhold Messner scrive un film sulle Dolomiti ispirato ai suoi nonni. Lo ha rivelato lo stesso alpinista altoatesino in un’intervista al quotidiano l’Alto Adige. “Vorrei fare è un film dedicato alla vita sulle Dolomiti dal 1880 ad oggi – ha dichiarato -. Ne ho già scritto la trama, trae libero spunto dalla mia storia famigliare. Può essere la chiave di volta per la promozione del turismo dolomitico, ma non posso farlo con i miei soldi, ho bisogno del sostegno finanziario delle tre Province”.
Ben più di un’idea, oramai un progetto visto che Messner ha già scritto la trama. Il film sarebbe da un lato un omaggio alla famiglia del celebre alpinista, dall’altro uno strumento per pubblicizzare ulteriormente le Dolomiti, da aggiungere alla campagna turistica collegata a Venezia da poco concordata con il presidente della regione Veneto, Luca Zaia.
Lo scopo di questa “joint venture” è quello di portare i tanti turisti internazionali anche sui monti Pallidi. Non solo altoatesini ma anche veneti. “I turisti europei sono convinti che le Dolomiti ci siano solo in Alto Adige – ha infatti dichiarato Messner all’Alto Adige -: glielo abbiamo fatto credere noi altoatesini, ci siamo riusciti perché abbiamo salvato l’agricoltura di montagna”.
In vista poi dal 2019, anno in cui il Nordest sarà capitale europea della cultura, è ancora più necessario che tutte le Regioni collaborino al fine di promuovere al meglio le proprie risorse. E anche a questo scopo, secondo il re degli ottomila, potrebbe essere utile il film che sta scrivendo e per il quale chiede un finanziamento dalle casse delle Province.
“Quello che vorrei fare è un film dedicato alla vita sulle Dolomiti dal 1880 ad oggi – ha detto Messner al quotidiano altoatesino -. Storie come quella del mio nonno materno Franz Troi, partito a piedi scalzi da Colle Santa Lucia, emigrato a New York dopo aver lavorato alla costruzione della statale delle Dolomiti, tornato in Alto Adige per nostalgia delle montagne e sposatosi a Funes; e quella di mia nonna materna, che viveva in una valle poco distante da Antersasc s’è imbattuta in quel bracconiere della Val di Funes”.
Nell’intenzione di Messner il film sarà in lingua originale con i sottotitoli. Scelta da un lato poco comoda per lo spettatore che vorrebbe raggiungere (il turista e quindi non un locale), dall’altra che rispetta il rigore documentaristico. E del resto come lui stesso dice, non sarà un problema “perché la gente di montagna parlava poco, sapevano capirsi con uno sguardo”.