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Ama Dablam: alpinisti salvi, ecco la ricostruzione dello schianto

Ama Dablam - schianto Fishtail Air
Ama Dablam - schianto Fishtail Air (Photo Pemba Ongchu courtesy of D. Chiesa)

(UPDATED) KATHMANDU, Nepal — Ecco dove si è schiantato l’elicottero del soccorso nepalese che, all’inizio del mese, era volato sulla parete nord dell’Ama Dablam per soccorrere due alpinisti, un tedesco e un giapponese, che avevano aperto una via nuova sulla montagna. Nell’incidente sono morti Sabin Basnyat, uno dei più capaci piloti di soccorso nepalese che collaborava da tempo con l’Air Zermatt, e il suo copilota.

La foto è stata scattata dallo sherpa Pemba Ongchu durante l’operazione di recupero delle salme, e ci è stata inviata da Davide Chiesa, alpinista italiano che rientrava dalla sua spedizione al Baruntse. “Nel riquadro è indicato il luogo dove i due alpinisti avevano richiesto il soccorso – spiega Chiesa -. La croce e le frecce indicano dove il vento ha fatto sbattere l’elicottero contro la parete, poi precipitato senza esplodere fino alla base della parete”.

Secondo le ricostruzioni, l’elicottero si sarebbe schiantato mentre stava andando a recuperare il secondo alpinista. Lo spiega Simone moro, collega dei piloti della Fishtail Air, con la quale collabora stabilmente. Moro è anche stato contattato, nei giorni scorsi, dall’alpinista tedesco recuperato sulla montagna.

“David Göttler è stato recuperato il 7 Novembre alle ore 9:05 – racconta Simone Moro -. Göttler è stato portato a Chhukung e sta benissimo come pure Hiraide Kazuya, il giapponese, recuperato il giorno dopo: 8 novembre alle ore 7:15  e portato direttamente a Lukla. L’incidente è successo  nel tentativo di recupero del giapponese  nel secondo giro. Loro avevano appena aperto una  nuova via in stile alpino ma l’inconsistenza della neve in cresta non gli ha permesso di arrivare fino in cima”.

“La cordata stava salendo dalla ripida parete Nord – ha raccontato Dan Mazur, leader della spedizione Summitclimb, sul suo blog -. Sembra che sia rimasta bloccata ad oltre 6.500 metri di quota: i due non potevano scendere nè salire perchè la neve era troppo soffice, pericolante e instabile”.

Il giapponese  – racconta Simone Moro che collabora stabilemente con la Fishtail Air – è stato salvato il giorno successivo da un altro pilota e portato in salvo al villaggio di Chukkung. Nei giorni successivi, altri elicotteri hanno sorvolato la montagna in cerca di sopravvissuti: si riteneva possibile che il primo alpinista fosse ancora vivo, magari al riparo in una truna di neve. Ma non è stato più trovato.

Altri alpinisti, in quei giorni, hanno raggiunto la cima della montagna, ma dalla via normale. Tra gli altri, segnaliamoil neozelandese Marty Schmidt, che è salito per primo, finendo di mettere le corde fisse, con Ankaji Sherpa. Poi due spagnoli e diverse persone della spedizione Summitclimb.

Photo courtesy www.comunicamontagna.it 

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2 Commenti

  1. E’ sempre molto triste quando a morire sono le persone del soccorso. Non si può dire nient altro. Sono scelte di vita e di lavoro che “costano” più di quello che ci si può immaginare.

  2. Abbiamo conosciuto uno dei due alpinisti che si sono trovati in difficoltà sulla parete nord dell’ Ama Dablam. Un fantastico ragazzo tedesco e non due giapponesi…sappiamo che il suo compagno era giapponese.

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