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Jagerhorn, non era una via nuova: intervista al vero apritore

Claudio Schranz (Photo http://www.claudioschranz.it)
Claudio Schranz (Photo http://www.claudioschranz.it)

MACUGNAGA, Verbania – “La via è difficile ma niente di impressionante. Qui a Macugnaga ridono tutti”. Queste le parole di Claudio Schranz, guida alpina e maestro di sci di discesa e di fondo di Macugnaga, che ben 33 anni fa aprì e scese con gli sci quella via salita venerdi 22 ottobre da Nardi, Pagnoncelli e Rollando sullo Jagerhorn. La direttissima quindi non era una via nuova, come gli alpinisti avevano comunicato, peraltro senza esserne sicuri. Lo abbiamo intervistato telefonicamente e ci ha così chiarito la faccenda.

Pochi giorni fa Daniele Nardi, Giovanni Pagnoncelli e Ferdinando Rollando hanno diffuso alla stampa, tramite comunicato della Salewa, il racconto della presunta nuova via sulla parete nord est dello Jagerhorn, conclusa con un soccorso in elicottero. Ma oggi si viene a sapere che la via non è affatto nuova.

Signor Schranz è vero che quella via l’ha aperta lei?
Sì, la via l’abbiamo aperta nel ’77 io e Marco Roncaglioni. Dopo una settimana siamo saliti dal versante svizzero, siamo arrivati sulla cima e io sono sceso con gli sci da quella stessa via che avevamo da poco aperto. La notizia era stata riportata sulle riviste alpinistiche, sulla stampa, sulle guide. Se viene a Macugnaga a parlare con la gente del posto lo sanno tutti, e difatti da quando è uscita la notizia di questi ragazzi, qui ridono tutti.

Cosa ha pensato quando ha sentito la notizia?
Io sono venuto a conoscenza della faccenda il giorno dopo, però ho subito parlato con il capo del soccorso alpino di qui, con la gente di Macugnaga e sapevamo tutti che non era vero. Certo quando l’ho fatta io quella salita erano apparsi un paio di articoli sui giornali, mentre oggi gli hanno dato tanta rilevanza, addirittura gli hanno dato una pagina intera su La Stampa.

Come valuta la via?
La via è difficile ma niente di impressionante, poi quando uno riesce a scendere con gli sci non può essere un tipo di via come quella che hanno descritto loro. Può darsi cha abbiano trovato condizioni diverse, magari brutto tempo, vento, neve fresca, poi non era il periodo giusto perché ancora non siamo in stagione e certo così la situazione cambia. Fatta però nel periodo giusto quella via non presenta tutte quelle difficoltà.

Cosa pensa in conclusione di questa vicenda?

Vorrei dire che prima di uscire con determinate affermazioni, quando uno arriva sul posto dovrebbe informarsi meglio, parlare con la gente, consultare magari le guide alpinistiche. Comunque si può smentire. Loro hanno sbagliato, tutto qui.

Claudio Schranz, classe 1949, è guida alpina e maestro di sci di discesa e di fondo, vive a Macugnaga e vanta un lungo curriculum alpinistico. Ha scalato fino ad ora oltre 80 montagne in tutto il Mondo fra le quali l’Everest, il Broad Peak, Mc Kinley, Aconcagua, Monte Tricora, Monte Cook, Kilimanjaro e monte Kenia.

Sul monte Rosa ha aperto 11 vie e ha partecipato alle 2 spedizioni polari con Ambrogio Fogar. Dal 1993 ha organizzato 6 spedizioni al monte Ararat alla ricerca dell’Arca di Noè, dove nel dicembre del 2002 è riuscito ad individuarne e fotografarne i probabili resti. Le sue fotografie hanno fatto il giro di tutto il mondo.

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