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Speleosub muore nel lago di Lugano

LUGANO, Svizzera — E’ stata la sua ultima immersione. E’ stato trovato morto da una squadra di soccorso svizzero-tedesca Mauro Campini, lo speleosub che ieri pomeriggio si era immerso nella grotta Bossi, tra Rovio e Arogno, vicino al lago di Lugano.

Il suo corpo è stato ritrovato a una profondità di 89 metri, senza vita. Le cause della morte sono in corso di accertamento.
Mauro Campini, quarantenne di Mantova, era sceso nella grotta con un amico. Lo stesso che non vedendolo risalire ha subito chiesto l’intervento dei soccorsi. Sul posto sono intervenute diverse squadre del Soccorso alpino speleologico italiano e svizzero.
Secondo quanto riferito, per tutta la notte una ventina di speleosub provenienti da diverse regioni italiane hanno posato le stazioni di decompressione. Poi, in mattinata, sono arrivati gli speleosub svizzeri e tedeschi che intorno alle 10.30 hanno trovato il corpo ormai senza vita di Mauro Campini. Si trovava dentro una strettoia, a 89 di profondità.
 
Sulla sua morte indagherà la procura di Lugano. Per ora gli inquirenti non avanzano ipotesi. di certo Mauro Campini era tutt’altro che uno sprovveduto. Laureato in ingegneria chimica, conosceva molto bene il mondo della speleologia subacquea e aveva scritto anche diversi articoli su riviste specializzate.
 
A tradirlo potrebbe essere stato una sorta di "stress di punta" come spiega la subspeleologa Cristina Freghieri che quella grotta ben conosce. "E’ quel tipo di stress – racconta – che ci assale di fronte a imprevisti ad alto livello di pericolo".
 

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