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La straordinaria storia di Grace Hoeman e delle Denali Damsels

Alaskana di adozione, la Hoeman è passata alla storia per la spedizione tutta al femminile che nel 1970 raggiunse la vetta del Denali

Con i suoi 6190 m, il Monte McKinley, o Denali è nel cuore di ogni alpinista americano che ama le sfide. La posizione del Denali, in Alaska in prossimità del Circolo polare artico, fa sì che le temperature sulla montagna possano scendere fino a meno 40 gradi. Inoltre, è spesso soggetto a tempeste e venti polari, che rendono l’ascesa particolarmente difficile. I nativi Koyukon non avevano un nome per definirla: si limitavano a dire “Quella Alta”, la montagna più temibile. Fra i tanti che l’hanno conquistata, la storia più avvincente è quella di Grace Hoeman e delle sue Denali Damsels, una squadra tutta al femminile giunta in cima nel luglio 1970.

Chissà, se tornassero indietro le sei ragazze alpiniste – oltre a Grace Hoeman, Arlene Blum, Margaret Clark, Faye Kerr, Dana Isherwood e Margaret Young – oggi dovrebbero chiamarsi McKinley Damsels, visto che il presidente Trump ha fatto modificare di nuovo il nome della montagna in McKinley a gennaio di quest’anno.

La loro impresa non è stata la prima ascesa femminile sul Denali: la prima donna ad arrivare in vetta era stata Barbara Washburn, il 6 giugno 1947. Ma quella delle Denali Damsels è stata la prima squadra alpinistica femminile a raggiungere l’obiettivo, in un’epoca, seppure non lontanissima, in cui l’alpinismo era un territorio quasi esclusivamente maschile. L’idea di questa scalata è legata alla sua capospedizione, Grace Hoeman, e al suo desiderio di conquistare la Grande Montagna, come era chiamata da un’altra tribù indigena della zona.

Chi era Grace Hoeman? Classe 1921, Grace Jansen – Hoeman è il cognome del suo ultimo marito – era figlia di una donna olandese. Quando la bambina aveva pochi anni, la madre decide di lasciare gli Stati Uniti dove risiedeva e tornare nei Paesi Bassi. Grace cresce in un’Europa in cui spirano venti di guerra, dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933. Concluse le superiori, la ragazza va a Berlino, dove si iscrive all’università per studiare Medicina, proseguendo gli studi in seguito a Utrecht. Nel 1942, l’aspirante dottoressa si sposa con un compagno di corso. Sarà una storia infelice, perché il giovane marito finisce sotto le armi e muore in guerra. Grace rimane vedova con due bambine, ma non si scoraggia. Nel 1950 decide di tornare negli Usa, dove prosegue gli studi a Yale conseguendo un Master in Salute pubblica. Convola a nozze con nuovo compagno, ma anche stavolta la fortuna non è dalla sua parte. La relazione naufraga e i due divorziano.

La passione per la montagna arriva dopo i 40 anni

L’anno chiave della sua vita e della sua passione per la montagna è il 1965: Grace ottiene un posto da anestesista ad Anchorage, in Alaska, dove è ammaliata dal paesaggio naturale che la circonda. Ha 45 anni quando decide di nuovo di sposarsi. Stavolta è quello giusto: Vincent Hoeman, biologo e naturalista, laureato in Scienze Forestali in Colorado, è un alpinista appassionato. All’età di 30 anni vantava già il record di aver scalato per primo le vette più alte nei 50 stati degli Usa. Il padre di Vincent, detto Vin, ha raccontato: «Mio figlio si trasformava quando pianificava una spedizione o quando arrampicava. La montagna era la sua vita. Il resto del tempo lo trascorreva contando i giorni che lo separavano dalla spedizione successiva». Nei tre anni che trascorreranno insieme, Grace effettuerà 120 ascensioni insieme a Vin. Insieme attraverseranno nel 1968 l’Harding Icefield, un enorme altopiano ghiacciato dell’Alaska di circa 2800 km quadrati. Nel 1969 Grace sale sul Monte Rainier negli Usa, sull’Orizaba in Messico e sul Chimborazo in Ecuador. Intanto Vin sta progettando una spedizione sul Dhaulagiri, in Nepal. Grace si candida, vuole esserci anche lei, ma appena circola la notizia fra il gruppo di alpinisti scoppia la rivolta. Il messaggio è chiaro: niente donne. Non era la prima volta che le capitava. Lei, donna forte e combattiva, testarda e tenace, è costretta a restare a casa. La spedizione è una tragedia: colpiti da una valanga, Vin e altri quattro membri del gruppo, più due sherpa, muoiono. I loro corpi non verranno mai recuperati. Grace è distrutta: con Vin perde un marito, un compagno di scalate, un estimatore del suo talento di alpinista. Condividevano un diario, dove annotavano le loro scalate. Da quel tragico giorno del 1969, Hoeman traccia una riga e prosegue con la scrittura delle sue imprese, senza Vin.

Il Denali era da tempo nel suo radar. Aveva tentato di scalarlo già due volte nell’estate del 1967. Una volta era stata lasciata indietro dagli altri. La seconda, con la spedizione Wilcox, aveva dovuto rientrare per soccorrere i superstiti di una tragedia che aveva causato la morte di sette persone. La guerra, le malattie, gli incidenti in montagna che le portano via persone care: il fantasma della morte sembra essere una costante della vita di Grace Hoeman, che non teme per la sua vita e affronta anche numerose salite in solitaria. Quando non lavora, la montagna diviene anche per lei un’ossessione. Mette mano alla guida di Vincent sulle 50 cime da lui scalate, rimasta incompiuta, e cura la più grande biblioteca d’alpinismo dell’Alaska.

Alla guida delle Denali Damsels

Sei mesi dopo la morte del marito, parte il progetto di una spedizione al femminile sul McKinley-Denali. Grace sarà capospedizione, affiancata da altre cinque compagne. La scrittrice Cassidy Randall, che ha dedicato un libro all’impresa delle Denali Damsels, racconta: «Ad Arlene Blum era stato detto che non c’era modo che delle donne potessero scalare quella str…za (riferito al Denali, ndr), e che le alpiniste o non sono brave alpiniste oppure non sono vere donne». Parole che danno un’idea del clima misogino che all’epoca circondava le scalatrici.

Le Denali Damsels sono motivate e non si fanno intimidire. Nel mese di luglio del 1970 affrontano la Grande Montagna. Tutto procede bene fino a quota 5900 metri, quando Grace è colpita dal mal di montagna e perde i sensi. Il gruppo è ormai a un passo dal traguardo e le alpiniste non vogliono mollare. Avvolgono Grace nei sacchi a pelo e la trasportano fino alla vetta. Hoeman non si riprende subito: solo durante la discesa, a quota 5200 metri, è in grado di riassumere il comando della spedizione che nel frattempo passato ad Arlene Blum.
Al di là di questo incidente, l’impresa delle Denali Damsels entra nella storia perché è la dimostrazione che un gruppo di donne può farcela anche senza uomini appresso. La loro impresa sarà ispirazionale per le giovani alpiniste dei decenni successivi.
Che capo spedizione era Hoeman? Un tipo non facile e forse anche temeraria, stando a quanto scrive Cassidy Randall: «Alla fine della mia ricerca sul Denali, avrei potuto unirmi alle altre donne della sua squadra nel desiderio di strangolarla, per aver preso decisioni che hanno rischiato di ucciderle tutte», dice la scrittrice.

Grace Hoeman sopravvive solo quattro anni al marito alpinista. All’età di 49 anni, nell’aprile del 1971, viene uccisa da una valanga insieme a Hans van der Laan sul ghiacciaio Eklutna, in quell’Alaska che è stata la sua patria d’elezione.

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