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Breve ma affascinante escursione ai Prati di Canfaito, dove le Marche sono più verdi

Si cammina a quote modeste nella Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito tra antiche faggete e rilassanti scenari naturali

La Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito si estende per circa 1500 ettari su una parte della Dorsale Marchigiana, compresa nell’Appennino umbro-marchigiano, in particolare lungo la catena del Monte San Vicino (1479 m) che comprende, tra le altre, la vetta del Monte Canfaito (1112 m). Quote modeste per chi è abituato a muoversi sul filo dei 2000 metri ma non per questo meno interessanti, grazie al fatto che gli ambienti e in particolare una fitta faggeta, hanno mantenuto le loro caratteristiche naturali e selvagge nel tempo, preservando così una notevole biodiversità.  La riserva è nota per le sue imponenti faggete in cui, proprio sull’altopiano di Canfaito, spicca il faggio secolare (Fagus sylvatica) detto Nonno Faggio, con una età stimata di 500 anni e l’invidiabile altezza di 25 metri.

L’itinerario

Partenza: Matelica MC), loc. Abbazia di Rotis
Dislivello: + 429  m
Durata: 3 ore a/r
Difficoltà: E

L’itinerario parte dal piccolo borgo di Braccano, noto come il  paese dei murales. Superate in auto le ultime case si prosegue lungo una carrareccia fino al cartello che indica il sentiero per la Gola di Jana, una profonda forra che si può raggiungere in soli 20 minuti di cammino dal parcheggio, la cui bellezza vale la breve deviazione dal percorso principale. Rientrati sui propri passi si prosegue sulla strada principale fino alla sbarra con divieto per gli autoveicoli oltre la quale si può proseguire solo a piedi. Lasciata l’auto in pochi minuti si raggiungono i ruderi dell’Abbazia di Roti (o Rotis), edificio religioso benedettino di origine medievale. Dall’ampio altopiano presso i ruderi dell’antica abbazia si possono osservare sullo sfondo le cime del Monte Canfaito (1112 m) e del Colle del Vescovo (1101 m). Si prosegue in salita con tratti più ripidi alternati a momenti meno faticosi lungo il sentiero 171, ignorando le indicazioni per l’Acqua dell’Olmo, inoltrandosi in un fitto bosco di latifoglie che ogni tanto si apre permettendo la visuale sulla Gola di Jana, denominata anche Gola la Lama, e sullo sfondo sulla valle del fiume Potenza, sul Poggio Martello (1499 m), sul Monte Fietone (1389 m), sul Monte di Massa (1305 m) e sul Monte Primo (1301 m). Ben presto il bosco si dirada lasciando lo spazio ad ampi prati fino a raggiungere l’incrocio con il sentiero 209 che porta ai Prati di Canfaito dal cui belvedere si può lanciare lo sguardo sull’altra vetta importante della riserva ovvero il Monte San Vicino (1479 m). Seguendo le indicazioni che permettono di compiere un giro ad anello dell’altopiano si raggiunge il faggio secolare detto Nonno Faggio (Fagus sylvatica), alto ben 25 metri. Il rientro è sullo stesso sentiero dell’andata.

Cosa vedere

La Riserva non è solo sfolgorante natura. Nei suoi confini si trovano numerose testimonianze della presenza dell’uomo, tra cui il suggestivo villaggio di Elcito arroccato su una roccia strapiombante e per questo soprannominato il “piccolo borgo andino” o “il Tibet delle Marche”. Il villaggio è in pratica ciò che rimane di un antico castello eretto a difesa dell’abbazia benedettina di Valfucina e oggi è abitato da soli cinque abitanti permanenti, ma intorno al borgo è fiorita una piccola comunità che lo rende vivo e vitale soprattutto nel periodo estivo. Il modo migliore per visitarlo è quello di lasciare l’auto ai piedi della rocca dove sorge il villaggio e imboccare il sentiero ben segnato che attraversando uno splendido querceto porta fino all’ingresso del borgo, con ampie vedute sulle cime circostanti.

Come arrivare

Dall’Autostrada Adriatica A14 ci si immette sulla Strada statale 77var che porta a San Severino Marche in circa un’ora. Da qui tramite le strade provinciali numero 2, SP 502 e Strada Septempedana/SP361 si raggiunge la Foresta di Canfaito alle cui porte vi è un ampio parcheggio.

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