Alpinismo

Fabio Iacchini e Fabrizio Manoni firmano due nuove vie sulla sud dello Joderhorn

I due forti alpinisti ossolani hanno disegnato le linee sul granito del picco a 3036 metri di quota al confine tra Italia e Svizzera sopra Macugnaga

La funivia del Monte Moro permette di raggiungere facilmente l’attacco della via di roccia di più tiri “Aspetta…Aspetta”, frutto di un’intuizione della guida alpina Fabio Iacchini. La via multipich si trova sulla parete sud dello Joderhorn, un picco delle Alpi Pennine posto a sud est del Monte Moro lungo la linea di confine tra l’Italia e la Svizzera nel comune di Macugnaga (VB).
Abbiamo chiesto a Iacchini, che ha effettuato la salita con Filippo De Carlo, di raccontarci in breve lo sviluppo della via.

“L’avvicinamento, fino a quando è in funzione la funivia è abbastanza rapido, circa un’ora di cammino: dall’arrivo dell’impianto andare verso lo skilift del San Pietro e risalire fino alla cima, poi scendere verso la parete sud dello Joderhorn. L’attacco della via si trova sul versante sud a un centinaio di metri dopo una grossa lastra di pietra appoggiata alla parete. La via ha una bella roccia ed è chiodata a spit con le soste spittate ma da attrezzare. Sono 11 lunghezze molto varie con un tetto di 6a+, ben chiodato ma abbastanza impegnativo. Si parte da 2800 metri di quota per arrivare in vetta allo Joderhorn a 3036 metri in tre ore dall’attacco della via. La difficoltà massima è il 6a+ con il grado obbligato 5c. Come attrezzatura sono necessarie una corda da 50 metri, 10 rinvii e friend. Bellissima la vista dalla vetta sulla parete Est del Monte Rosa. Poi si torna alla funivia camminando per sfasciumi sulla via normale. La stagione ormai è agli sgoccioli ma credo che questa possa essere considerata un buon obiettivo anche per la prossima primavera/estate. La salita dal paese senza funivia prevede infatti un dislivello di circa 1500 metri”.

La nuovissima Rotta verso Est porta la firma di Fabrizio Manoni

Si chiama invece Rotta verso Est la via aperta nelle scorse settimane sullo stesso versante dello Joderhorn da Fabrizio Manoni con Andrea Lanti e Andrea Greggio. Si tratta di una via di 12 tiri che risale la parete leggermente in diagonale con uno sviluppo di 360 metri. “La si può completare in 3-4 ore. Ha un grado di difficoltà di 6b: dunque è per tanti, ma non per tutti» sottolinea Manoni che per aprire questa linea ha dovuto ottenere l’autorizzazione dall’ufficio provinciale che valuta l’incidenza di interventi umani nelle Zone di protezione speciale, a tutela dell’avifauna. Un permesso arrivato con l’indicazione di rinunciare a piantare spit se si fosse imbattuto in nidi di rapaci. «Ma non ne abbiamo incontrati e l’impatto è davvero minimo”, conclude la sessantaduenne guida alpina ossolana.

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