Curiosità

Gran Zebrù, regno del cavaliere

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Amori, tradimenti, spiriti e cavalieri. È il regno del Gran Zebrù della leggenda dell’alta Valtellina. La piramide che svetta oltre i 3800 metri nel parco nazionale dello Stelvio non è una montagna qualunque. È lo spirito del luogo che comunica mistero. Castelli sotterranei nascosti alla vista degli uomini, spiriti buoni, anime femminili erano qui la norma. Si tratta di un patrimonio leggendario ben radicato in questo territorio che fu abitato sin dalle epoche più remote.

Il Gran Zebrù incombe immenso sulla valle. Da qualsiasi lato lo si guardi appare come una piramide rivestita dai ghiacci.
La regalità delle sue forme attribuisce alla montagna un aspetto misterioso e fantastico.

Il Gran Zebrù non è, secondo la leggenda, solo una montagna. E’ una "montagna-torre", piena di spiriti buoni su cui domina quello di un cavaliere. Si chiamava Johannes Zebrusius ed era un feudatario della Gera d’Adda, la zona della pianura lombarda compresa tra il fiume Adda, il fiume Serio e il Fosso bergamasco.

Vissuto nel XI secolo, Zebrusius si innamorò, ricambiato, di Armelinda. Ma il padre della donna, castellano del Lario, si oppose fermamente all’unione dei due innamorati.

Per conquistarsi la benevolenza del padre di Armelinda, Zebrusius decise di partecipare a una crociata in Terrasanta. Dopo quattro anni il cavaliere tornò finalmente in patria, dove scoprì che l’amata si era sposata con un nobile milanese. Zebrusius uscì di scena con estrema dignità decidendo di vivere come un eremita alle pendici del Gran Zebrù.

Poiché non voleva abbandonare il suo corpo alla furia degli animali e della natura, durante quei trent’anni e un giorno che trascorse lassù, Zebruius fabbricò con il legno un ingegnoso congegno. Al sopraggiungere della morte il peso dell’uomo mise in moto il meccanismo che calò sul suo corpo un monolite bianco.

Se è vero che gli uomini scelgono sempre il loro destino, non sembra davvero un caso che il cavaliere sia andato a morire su quella montagna, il cui nome di origine celtica significherebbe "roccaforte degli spiriti buoni".

Chi sale oggi al Gran Zebrù dalla Valfurva, a 3353 metri, sotto il passo delle Pale Rosse, incontra una pietra. E’ quello il luogo in cui secondo la leggenda Zebrusius avrebbe deciso di morire.

Jenny Maggioni

Foto courtesy discoveryalps.it

 

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