Benessere e Wellness

In cura nella “camera del freddo”

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Saune, bagni turchi, piscine riscaldate. Che il caldo fosse terapeutico lo sapevamo già da tempo, ma che il freddo potesse fare altrettanto è un’assoluta novità. In Alto Adige nascono le "camere del freddo", delle stanze a temperature bassissime, fino a meno 110 gradi, per curare lo stress, dolori muscolari e patologie croniche.

Si chiama crioterapia, dal greco κρύος, ovvero freddo, e consiste nella cura a bassissime temperature di diversi tipi di malattie. Si tratta di una delle più recenti e moderne terapie studiate per curare lo stress, patologie croniche a livello articolare o vertebrale, reumatismi e neurodermiti. Senza contare che l’esposizione a temperature così basse, fino a meno 110 gradi, migliora considerevolmente la funzionalità cardiocircolatoria e l’equilibrio energetico, raggiungendo anche i centri del dolore più profondi.

E dove potevano nascere le cure del freddo se non sulle alte montagne? In Alto Adige le "camere del freddo" sono l’ultima frontiera del wellness.

Prima di entrare nella camera viene misurata la pressione arteriosa e viene insegnata una speciale tecnica di respirazione. L’ospite poi entra in una prima saletta in cui è impostata una temperatura di meno 15 gradi, necessaria per acclimatarsi: si è vestiti col solo costume da bagno, paraorecchie, guanti e scarpe da ginnastica. Nella seconda camera, a meno 60 gradi, si fanno un paio di giri perchè è fondamnetale rimanere in movimento per stabilizzare la circolazione. Infine si passa alla terza camera, quella a meno 110 gradi. Una volta finito il giro, si esce ripassando per le due camere precedenti.

Tre stanze quindi, per un totale di 3 minuti e mezzo. Il trattamento viene effettuato sotto la costante osservazione di un terapista che monitora l’ospite con una telecamera e gli parla con un microfono. Dopo il giro poi segue una fase di assoluto riposo.

 

Valentina d’Angella

 

                

Foto courtesy of La Stampa

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