Scienza e tecnologia

Il clima sul ghiacciaio Dosdè

immagine generica

Di quanto si ritirano i ghiacciai ogni anno? Quanto varia lo spessore tra estate e inverno? Che temperature si registrano sulla loro superficie? Questi e molti altri i dati sull’evoluzione dell’ambiente di alta montagna rilevati dalla nuova stazione meteorologica automatica  collocata nell’estate 2007 sul ghiacciaio Dosdè Orientale, in Alta Valtellina. Ecco dati e immagini di questo gioiello della tecnologia italiana.

La stazione (Automatic Weather Station) è collocata a 2.740 metri di quota ed è la più alta in Lombardia su ghiacciaio. Si inserisce in un progetto scientifico finalizzato alla conoscenza delle perdite idriche causate dalla fusione glaciale e alla formulazione di concrete proposte di mitigazione di questo fenomeno.

Sono quindi previsti, e in parte già realizzati, rilievi di bilancio di massa glaciale e di bilancio energetico, insieme alla sperimentazione, per la prima volta in Italia, di procedure di riduzione della fusione mediante il posizionamento di una parcella di geotessile.

I primi rilievi hanno evidenziato uno spessore massimo del ghiacciaio di 70 metri ed una perdita media di spessore durante l’estate 2007 di poco più di 1 metro. Le temperature, misurate dall’agosto 2007 all’inizio di gennaio 2008, sono oscillate da un massima di + 14.7°C ad una minima di -21.5 °C.
 
Particolarmente importanti  sono risultati i dati radiativi raccolti. Un ghiacciaio, infatti, perde materiale (e quindi si assottiglia e si ritira) attraverso il passaggio di stato del ghiaccio che fonde e si trasforma in acqua. La fusione avviene a seguito di un assorbimento di energia da parte della superficie glaciale. Misurare la quantità di energia assorbita dalla superficie di un ghiacciaio permette quindi di conoscere il quantitativo di ghiaccio che verrà perso.

Sul ghiacciaio del Dosdè i  dati sinora raccolti hanno evidenziato che il ghiacciaio assorbe e utilizza per la fusione in media il 58 per cento dell’energia solare in arrivo; il valore invernale attuale, con un innevamento medio superiore ai 2 metri, è pari al 30 per cento.

Il progetto denominato “Acqua e Ghiacciai: Conoscenza e Conservazione” è condotto da ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal professor Claudio Smiraglia e dalla dottoressa Guglielmina Diolaiuti del Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” e ha trovato il sostegno di un’azienda quale Levissima, Gruppo San Pellegrino, nel quadro delle sue strategie di sostenibilità e salvaguardia della risorsa "acqua".

Un contributo essenziale alla collocazione della stazione  e alla raccolta dei dati è stato fornito dai tecnici del Comitato Ev-K2-CNR nell’ambito del loro progetto SHARE per la gestione delle stazioni di monitoraggio ambientale in alta quota. Quanto alle caratteristiche tecniche, la stazione è stata prodotta dalla Lsi Lastem di Settala (Milano).

 

 Claudio Smiraglia

documentprint mail-to

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close