Joe Brown, The Human fly
Per primo sul Kangchenjunga e sulla Nameless Tower. Ma sono più di 1000 le vie aperte dal grande scalatore britannico, molte delle quali su gradi estremi
Chiunque abbia aperto nuove vie sarà d’accordo, non c’è paragone
Joe Brown
Primo di sette fratelli, Joe nasce il 26 settembre 1930 a Ardwick, vicino a Manchester, restando orfano del padre qualche mese più tardi. Infanzia difficile la sua, tra guerre e povertà, tanto da dover lasciare la scuola a soli 14 anni per lavorare come muratore. La svolta arriva con la lettura di “Let’s go climbing” di Colin Kirius che lo convince a provare l’arrampicata sulle rocce vicino casa. Leggenda narra che per assicurarsi abbia rubato alla madre la corda per i panni ma, invece, lui stesso puntualizza di aver preso una fune da un cantiere stradale.
Si scopre decisamente portato e, tra il 1948 e 1949, apre numerose vie nel Peak District e in Galles, tra queste alcune diventano classiche assolute: Three Pebble Slab, Brown’s Eliminate, Valkyrie e Right Unconquerable.
Si guadagna presto gli appellativi di “The Human Fly” e “The Master”, distinguendosi da tanti alpinisti provenienti dalla media borghesia per le sue origini operaie.
Il servizio di leva mette in pausa per 18 mesi i suoi exploit ma si rimette presto in gioco con Don Whillans; insieme formano una delle cordate più forti di sempre, precursori di Bonington, Haston e compagni. Si legano per la prima volta aprendo la famosa Cemetery Gates nel 1951 mentre, l’anno successivo, Brown e Doug Belshaw salgono per primi l’iconico diedro di Cenotaph Corner, scalando su roccia bagnata con i calzini ai piedi.
Portano la sua firma anche molte vie nell’ombrosa falesia del monte Snowdon come: Vember, Octo, The Corner, The Black Cleft, Shrike e Taurus.
Per Brown non si tratta solo di mettere la firma su una linea ma di farlo con una sana etica dell’arrampicatache consiste nel salire quasi sempre dal basso, senza calarsi per pulire e studiare la via, spingendo al massimo la libera e limitando l’uso dei chiodi. Se ne fossero serviti più di due allora avrebbe lasciato la via alle future generazioni. Un approccio totalmente diverso dalle a lui contemporanee sfide a colpi di direttissime in artificiale e lunghi assalti per la prima salita, ma anche in opposizione all’attuale difficoltà di alcuni nello scalare con mezzi “leali” pur di un riscontro mediatico.
Oltre la Manica
Nell’inverno del 1954 con Whillans e Nat Allen sale per primo la via di misto Sassenach, nel Ben Nevis, in preparazione al viaggio nelle Alpi in programma quell’anno.
Vi giunge con Whillans lasciando senza parole con la terza ripetizione della Ovest del Petit Dru in sole 25 ore, e con l’apertura della Fissure Brown all’Aiguille De Blaitière, ad oggi valutata ben 6C.
Salite che gli fanno guadagnare un posto nella spedizione britannica al Kangchenjunga, in Nepal, nel 1955. Il 25 maggio, a soli 25 anni, sigla con George Band la prima ascesa alla terza montagna più alta del mondo con i suoi 8586 m.
Il fascino dell’alta quota unito alla difficoltà tecnica lo richiama in Karakorum l’anno successivo per effettuare la prima salita della splendida Muztagh Tower, 7273 m, con Ian McNaught-Davis, Tom Patey e John Hartzog.
Nel 1957 sposa Valerie Melville Gray, con la quale avrà due figlie, ma ciò non pone freno alle sue avventure. Infatti nel 1963 torna nelle Alpi con Tom Patey per tracciare due nuove linee: una sulla parete ovest dell’Aiguille du Plan e una sulla nord-ovest di Aiguille Sans Nom.
L’anno successivo è la volta della nuova Via degli Inglesi, 650 m di roccia sul versante ovest dell’Aiguille de Leschaux, con Patey, Chris Bonington e R. Ford.
Nel 1966 si trasferisce con la famiglia a Llamberis, in Galles, dove apre un negozio di arrampicata tuttora attivo. La nuova attività mette in pausa alcuni viaggi e lo porta ad esplorare montagne più vicine. Tra queste imprese rimarrà nella storia la sua salita della famosa torre Old Man of Hoy al largo delle isole Orcadi, Scozia, trasmessa in diretta davanti a circa 15 milioni di telespettatori.
Torna in Himalaya, nel Gruppo di Trango, nel 1976, dove effettua la leggendaria prima salita della Nameless Tower con Martin Boysen, Julian Mo Anthoine e Malcom Howells, dimostrando la possibilità di portare lo stile big-wall anche in quota.

Oltre la leggenda
Le sue indiscusse doti ed abilità alpinistiche ed il suo carisma non sfuggono sia al mondo del cinema, che lo chiama a prestarsi come controfigura a Robert De Niro in “The Mission”, sia alle autorità, che lo nominano Membro e poi Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Brown non è un solitario, infatti è tra i membri più attivi del Valkyrie Climbing Club e tra i fondatori del Rock and Ice Club nel 1951, e si dedica di continuo allo sviluppo di materiali, come i primi nuts, di tecniche e di sicurezza in quota, un grande contributo a tutta la comunità alpinistica.
Il 15 aprile 2020 i famigliari annunciano che Brown si è spento pacificamente, a 89 anni, nella sua camera di Llamberis. Nel suo curriculum oltre 1000 nuove vie, dal Peak District all’Himalaya, sempre con etica ferrea, determinazione ed un britannico bianco sorriso.
Salite principali
- 1948 e 1949 – Three Pebble Slab, Brown’s Eliminate, Valkyrie e Right Unconquerable.
- 1951 – Cemetery Gates, con Don Whillans.
- 1952 – Cenotaph Corner, con Doug Belshaw.
- 1953 e 1954 – Vember, Octo, The Corner, The Black Cleft, Shrike e Taurus.
- 1954 – Sassenach, nel Ben Nevis, con Don Whillans e Nat Allen.
- 25 luglio 1954 – Fissure Brown, all’Aiguille De Blaitière, con Don Whillans.
- 1954 – Terza salita della Ovest del Petit Dru, con Don Whillans.
- 25 maggio 1955 – Prima salita del Kangchenjunga, 8586 m, con George Band.
- 1956 – Prima salita della Muztagh Tower, 7273 m, con Ian McNaught-Davis, Tom Patey e John Hartzog.
- 18 luglio 1963 – Nuova via sulla ovest dell’Aiguille du Plan, con Tom Patey
- 11 agosto 1963 – Nuova via sulla nord-ovest di Aiguille Sans Nom, con Patey.
- 18 luglio 1964 – Via degli Inglesi, nuova sulla Aiguille de Leschaux, con Patey, Chris Bonington e R. Ford.
- 1967 – Ripetizione in diretta TV di The Old Man of Hoy, Scozia.
- 1976 – Prima salita della Nameless Tower, Gruppo di Trango, con Martin Boysen, Julian Mo Anthoine e Malcom Howells.
Libri
- The Hard Years – Joe Brown, autobiografia, 1967.
Film
- Hazard – Thomas Stobart, 1959.
- Upside Down Wales – George Smith, 2008.
- Five Days One Summer – Fred Zinnemann, 1982.
Ha portato in arrampicata una rara combinazione di qualità: acume, pazienza, forza, abilità tecnica, fiuto per la linea, competitività e, soprattutto, un sottile carisma
Ken Wilson