Montagna.TV

La dolcezza dell’Inferno

immagine generica

E’ rosso come la brace, scalda la gola come il fuoco, ma non ha proprio niente di spiacevole. Anzi. L’inferno della Valtellina è un vino dolce, intenso, profumato. Il suo caldo sapore riempe la bocca e vi lascia con un gradevole fondo di mandorla tostata. Insomma, il suo unico peccato, è di essere una tentazione per la gola.

L’Inferno in realtà, deve il suo nome alle alte temperature, che gli anfratti rocciosi e i terrazzamenti della Valtellina raggiungono durante l’estate. Questo vino infatti, nasce nella bella valle della provincia di Sondrio, ed è uno dei suoi prodotti più tipici e conosciuti.

Il vitigno da cui deriva, è di uva Nebbiolo, detta Chiavennasca, e si estende sul piccolo e ripidissimo territorio intorno al paese di Poggiridenti. Il vino viene fatto invecchiare in botti di rovere o castagno per almeno due anni, ma si mantiene bene per molto più tempo, soprattutto se conservato in bottiglie coricate e al buio.

L’Inferno è rosso rubino, ma invecchiando tende al mattone. Il profumo ha sentori di viola, rosa appassita e lampone. Al gusto è caldo, asciutto, molto armonico, con gradevole fondo di mandorla tostata. La sua gradazione alcolica è di 12 – 12,5 gradi, e, da manuale, si serve a temperatura ambiente. 

Un rosso così intenso non può che richiamare alla sua tavola piatti saporiti, dal gusto forte: perfetto con le carni rosse fatte arrosto oppure ai ferri, ottimo con la selvaggina, formaggi stagionati e la polenta taragna. Se invece volete provare una prelibatezza della cucina locale, cucinate la sella di capriolo al vino inferno. Il palato vi ringrazierà.

 

Valentina d’Angella

Exit mobile version