Medicina e benessere

Alta quota e fitte addominali

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L’alta quota è una situazione alla quale il nostro fisico fa fatica ad adeguarsi, soprattutto se raggiunta troppo rapidamente. Abbiamo già parlato del mal di montagna e dei problemi causati dalla carenza di ossigeno. Oggi, su suggerimento di un nostro lettore che ci ha chiesto un consiglio, parliamo dei problemi addominali indotti dall’alta quota, come gonfiori e forti fitte, che possono aggravarsi fino a far rinunciare alla salita.

Federico, qualche settimana fa, ci ha scritto queste righe. “L’anno scorso ho subito uno strano effetto dell’alta quota. Anziché mal di testa o altri sintomi "comuni", la quota mi ha provocato un anomalo gonfiore addominale con dolori e fitte molto forti, tanto da costringermi a fare dietro front. Mi trovavo a 5.500 metri, e penso che tutto sia stato causato dal mancato adattamento del mio corpo alla differenza di pressione. Il fatto strano è che non ho mai sentito parlare di questo effetto: i sapreste dare qualche informazione a riguardo? Vorrei capire l’entità del problema, e se è risolvibile o meno in vista di altri viaggi in alta quota”.

La domanda che è stata posta ha una spiegazione prima di tutto fisica, ma anche clinica.

La presenza di “una certa quantità di gas” nell’addome è un fatto del tutto normale per persone che si alimentano in modo abitualmente regolare. Lo è tanto più se la persona che pone il quesito si trova fuori dal proprio Paese (si parla di quota oltre i 5.000 metri) dove l’alimentazione seguita può essere in qualche misura più irritante per l’apparato enterico oppure rendere in qualche modo sintomatico uno screzio colitico.

La spiegazione fisica fa riferimento alla variazione barometrica (depressione barometrica) presente ad elevate altitudini. Detta condizione ambientale determina molteplici effetti sull’organismo umano. I più noti sono costituiti dalla condizione di “ipossia ipossica”(mancanza di ossigeno) quale conseguenza della diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno in alta quota, con meccanismi fisiologici e fisiopatologici che possono giungere fino alla morte.

Ma, oltre all’ipossia ipossica, le rapide ascensioni verso quote più elevate (a partire da quote pari o superiori ai 3.000 metri) possono innescare caratteristici inconvenienti ”meccanici” a carico delle cavità dell’organismo umano in cui sono contenuti gas, quali l’orecchio medio, i seni paranasali e l’addome. 
 
In particolare  l’elasticità della parete addominale permette una rapida espansione dei gas intestinali per effetto della rapida ascensione. I sintomi sono caratterizzati da gonfiore e malessere addominale, fino al manifestarsi di coliche addominali con difficoltà respiratoria determinata dalla pressione dei gas intestinali sul diaframma.

Tutto ciò in accordo con la legge di Boyle-Mariotte (legge dei gas): Per una certa massa di gas a temperatura costante, il prodotto del volume del gas V per la sua pressione P è costante. Cioè, per una certa massa di gas a temperatura costante, le pressioni sono inversamente proporzionali ai volumi.

Vale a dire che al diminuire della pressione esterna (condizione che si verifica in alta quota) si ha un aumento significativo dei volumi dei gas contenuti per esempio nelle cavità intestinali (causa della azione meccanica di sovradistensione addominale). Va ricordato inoltre che la temperatura favorisce l’incremento dei volumi (condizione che nell’addome si verifica). Il dolore è determinato dalla sovradistensione della membrana peritoneale che avvolge le anse intestinali.

Tale condizione, che rientra nelle ipobaropatie (cioè problemi che si verificano in condizioni ambientali di bassa pressione), va affrontata portandosi a quote più basse.

Daniele Malgrati(Commissione medica CAI Bergamo)

 

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Un commento

  1. Buon giorno. Vorrei chiedere ove fosse possibile, di riuscire a capire quanto mi è accaduto l’anno scorso a quota 2.575, e pochi giorni fa a 2.462 m slm, quindi non quote molto alte. Premetto, che non ho nessun problema fisico, dalle analisi del sangue, all’elettrocardiogramma sotto sforzo, all’eco cuore… insomma fisicamente ho 52 anni e sto bene, faccio molta attività fisica. Il fatto è che solo in questi due casi, come sono arrivato in vetta, ho accusato aerofagia incontrollabile, senza accusare altri sintomi come mal di testa, ipossia, affanno, vertigini, stanchezza, solo un pò di nausea. Visto che il sintomo di aerofagia, non è contemplato nei sintomi del mal di montagna, vorrei chiedervi in base alla Vs esperienza se vi è già capitato un caso analogo. Sentito il parere del mio medico, non sa darsi una spiegazione.
    Porgo distinti saluti.

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