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Alpinismo, Maspes presenta il Trip Two: obiettivo Patagonia

29 dicembre 2005 – E’ iniziato il conto alla rovescia per il Trip Two, il secondo viaggio di Up Project. E, come nello spirito libero della banda di Up, le idee e i programmi di qualche mese fa sono stati ancora una volta rimescolati. La lunga spedizione, dapprima pensata come "puro climbing" su sconosciute pareti del Cile, ora cambia rotta e si sposta ancora più a Sud: alla Patagonia, la terra del vento.

 

Due team per due pareti di due diversi elementi. I luoghi sono già conosciuti.  E in parte già esplorati. Per questo, il trip ha deciso di puntare a due dei "problemi alpinistici" più ambiti della regione. Due "pezzi grossi" da provare in successione. Si comincerà verso la fine di gennaio, con un primo team sulla parete Nord-Ovest del Cerro Piergiorgio (nella foto qui accanto), imponente muraglia granitica verticale che ha resistito negli ultimi dieci anni a diversi tentativi di agguerrite cordate. Un mese e mezzo di permanenza per sognare quei rari 5 o 6 giorni di bel tempo. Quelli che dovrebbero servire per superare quasi 1000 metri di parete liscia e verticale.

 

A marzo, questo "long trip" cambierà invece registro e si sposterà qualche centinaio di chilometri più a Nord: alla base del San Lorenzo, la seconda vetta più alta della Patagonia. Sul suo ripidissimo versante settentrionale, quasi duemila metri di ghiaccio e misto verticale attendono una prima salita tra le più lunghe e tecniche dell’intera Patagonia.

 

Ecco le impressioni del capospedizione, il valtellinese Luca Maspes:  "Scalare in Patagonia  vuol dire avere una gran dose di fortuna con il tempo e, se ce l’avrai, saperla sfruttare per bene senza perdere nemmeno un minuto di tempo. Se queste due cose si uniscono qualche speranza di successo ce l’hai. Partiremo con la consapevolezza che, rispetto al Trip One in Karakorum, nelle terre tempestose della Patagonia il gioco non sarà solo in mano nostra".

 

"Le due montagne le conosco bene, perchè le ho vissute in prima persona. Il granito del Piergiorgio l’ho assaggiato due volte in compagnia dell’esperto alpinista trentino Maurizio Giordani, nel novembre 1995 a tentare la Nordovest e l’anno successivo in vetta alla Cumbre Nord di questa montagna per una via nuova chiamata Esperando la cumbre".

 

"Aspettare la cima è infatti quello che ci eravamo augurati ripromettendoci che prima o poi qualcuno di noi due sarebbe tornato sull’incompleta via della parete Nordovest. Su quel muro eravamo saliti per 21 tiri di corda con difficoltà fino al 7a e A4. Cinque giorni in tutto di scalata in due periodi di bel tempo, fermati a 150 metri dalla cresta sommitale per il consueto arrivo del maltempo dal ghiacciaio Hielo Continental. Un tentativo ambizioso in sole due persone che avevamo chiamato Gringos Locos".

 

"Primo obiettivo del Trip Two sarà quello di ripercorrere questa via interrotta e portarla fino in cima. Nonostante tutti invochino lo stile alpino come forma ideale per una grande scalata, qui sarà giocoforza usare le corde fisse a causa dell’assenza di cengie per bivaccare in parete. Sarà quindi un nuovo "up & down", su e giù dal muro roccioso, a caccia di ogni mezza giornata disponibile per andare avanti. Non ho mai più trovato una scalata così bella come sulla Nordovest del Piergiorgio, un granito perfetto e una linea inventata su un muro verticale senza interruzioni. La parete, nonostante diversi tentativi negli ultimi anni, è ancora inviolata. Spero dopo 10 anni di poter rivivere quelle sensazioni insieme agli entusiasti compagni che vedranno che cosa vuol dire arrampicare lì".

 
"Nel 2002 al San Lorenzo fu invece una storia diversa. Una Patagonia veramente selvaggia e silenziosa, lontana dalla ressa turistica che ruota ora intorno a Chalten nel gruppo del Cerro Torre e del Fitz Roy. In due, con il bergamasco Diego Fregona, avevamo dapprima salito una cima inviolata del Cerro Hermoso battezzata da noi "Cumbre Silvia" e pochi giorni dopo tentato la lunghissima ed ambita parete Nordest del San Lorenzo, che è una vetta di neanche 4000 metri ma che lì in Patagonia, dove i ghiacciai nascono dal mare, ha le sembianze di un vero colosso himalayano".

 

"Ironia della sorte, furono il bel tempo ed il caldo a respingerci in quella occasione, uno scioglimento generale del ghiaccio in parete che ci fece desistere a causa delle continue scariche. Per questo il Trip Two se la vedrà con il San Lorenzo già in stagione avanzata, sperando in un raffreddamento generale della fine estate patagonica che possa diminuire così i pericoli oggettivi. Tenteremo in stile alpino, una o due cordate per 3 o 4 giorni di scalata, sfruttando quell’unica occasione che speriamo la Patagonia ci possa concedere. Il tentativo più alto sulla Nordest rimane quello dei francesi Jean Annequin e Simon Destombes che nel febbraio 1998 superarono due terzi della parete prima di essere fermati dal maltempo."
          
    
Intanto la banda di Up prosegue le sue serate. Domani Luca Maspes e Fabio Salini presenteranno il film del "trip one" al pubblico di Santa Caterina di Valfurva. L’appuntamento – da non perdere – è per le 21 al centro polifunzionale della località turistica. Mentre il 4 gennaio del 2006  toccherà a Lanzada, in Val Malenco. Inizio della proiezione sempre alle 21 presso il centro comunale.  

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