Rifugi

Il Rifugio Vittorio Sella, storico avamposto nel Parco del Gran Paradiso

Inaugurato nel 1922 nell’edificio di una Casa di caccia reale, il rifugio è diventato un riferimento irrinunciabile per skialper ed escursionisti. Grazie anche alla rinomata accoglienza della famiglia Mappelli che lo gestisce dal 1981

Con il Parco Nazionale Gran Paradiso condivide tante cose, ma una in particolare: il compleanno. Sia il rifugio Vittorio Sella che il Parco sono nati proprio lo stesso anno, nel 1922 e non è un caso. 

L’odierno rifugio Sella, eretto alla fine dell’Ottocento per volere della Casa Savoia, era originariamente una casa di caccia del re Vittorio Emanuele II.  Grande appassionato di caccia, il re frequentava le valli intorno al Gran Paradiso fin dal 1850, ma negli anni ’60 progettò un ambizioso piano per agevolare le sue battute  venatorie Furono costruiti 325 chilometri di mulattiere da Champorcher a Ceresole e 5 case di caccia dove il sovrano poteva pernottare: una a Dondena (Champorcher), una al Lauson (Cogne), due a Valsavarenche (Orvielle e Nivolet) e una a Gran Piano nel comune di Noasco. Le battute di caccia proseguirono fino al 1913, quando il re Vittorio Emanuele III donò l’intera riserva allo Stato italiano. Nove anni dopo, il 3 dicembre 2022 nasce in modo ufficiale il Parco Nazionale Gran Paradiso e quella che era una riserva di caccia diventa una delle più importanti aree di protezione in Italia.
Le case di caccia vengono svuotate da fucili e munizioni e si trasformano. Orvielle e Gran Piano diventano dei baluardi del Parco che ancora oggi le utilizza per la sorveglianza e la ricerca. La casa del Lauson, invece, viene acquistata dal presidente dei CAI di Biella, Emilio Gallo, che ne fa un rifugio. E a chi intitolarlo se non a Vittorio Sella, grande fotografo di montagna e nipote del più celebre Quintino Sella? Vittorio, oltre ad essere pioniere della fotografia di alta montagna, è anche un ottimo alpinista e firma delle prime salite anche in invernale. Scala in lungo e in largo le cime del Caucaso, sale per primo il Sant’Elia in Alaska, conquista il Ruwenzori.

Il rifugio si fa così ricettacolo di storie e testimone di epoche diverse. Rimasto in capo al CAI di Biella, viene tuttavia affidato alla gestione delle famiglie di Cogne che negli anni si sono susseguite nella cura di questo luogo prezioso. 

Dal 1981 la famiglia Mappelli è custode di questa perla alpina. Dapprima il papà, Angelo, e poi i figli Jean e Maurizio con le rispettive famiglie. Intanto anche il rifugio ha avuto una sua evoluzione negli anni. Da punto di appoggio per alpinisti alla ricerca di qualche cima selvaggia da salire, a tappa privilegiata per famiglie e trekker. Durante la stagione primaverile, invece, il Sella si riempie di pelli e scarponi da scialpinismo messi davanti alla stufa ad asciugare. È infatti il primo rifugio sulla haute route del Gran Paradiso, grande giro ad anello tra le valli del Gran Paradiso. 

Le grandi camerate di un tempo sono diventate confortevoli camere da pochi posti e il gasolio è stato bandito. Al suo posto, sono stati installati pannelli solari e l’elicottero si usa il meno possibile. Una rotazione ogni tre settimane e tutto il resto arriva a dorso di un asinello, che dalla Valntoney parte carico di approvvigionamenti risalendo il dolce sentiero. «Mi dava proprio fastidio l’idea di girare con un elicottero sopra la testa delle persone che vengono qui a godersi pace e natura» commenta Jean. 

Sul sentiero che lento sale nel vallone di Lauson, non si incontrano solo muli. Soprattutto nel periodo primaverile, è facile imbattersi in camosci e stambecchi. Schivi e diffidenti i primi, pacifici e sornioni i secondi. È la magia del Parco Nazionale Gran Paradiso! 

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