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La “battaglia delle Bosses” non si ferma. Christophe Profit all’attacco del sindaco Peillex

Strumento di sicurezza o invito a rischiare inutilmente? I picchetti sulla cresta delle Bosses, secondo l’alpinista francese e il suo avvocato, rischiano addirittura di “snaturare l’alpinismo, che fa parte del Patrimonio dell’UNESCO”

 

Christophe Profit, guida di Chamonix e mito dell’alpinismo, non ha rinunciato a battersi contro Jean-Marc Peillex, sindaco di St.-Gervais-les-Bains, in difesa della cresta di neve e ghiaccio percorsa dagli alpinisti impegnati su tre delle quattro vie normali del Monte Bianco. E’ una storia che va raccontata dall’inizio.

L’aereo crinale delle Bosses, dove confluiscono le due vie normali francesi dei Grands Mulets e dell’Aiguille du Goûter e la normale italiana che sale dal rifugio Gonella (solo la via dal Col du Midi arriva a 4810 metri dal lato opposto), ha sempre richiesto di saper usare correttamente i ramponi. Negli ultimi anni, però, a causa del cambiamento climatico, è diventato via via più impegnativo.

Nell’estate del 2022, dopo aver saputo che sulle Bosses si era aperto un crepaccio, il sindaco Peillex ha incaricato la Compagnia delle Guide di St.-Gervais di mettere in sicurezza la via. Le guide hanno installato quattro picchetti metallici, che le cordate di passaggio, in salita o in discesa, potevano utilizzare come ancoraggi. L’operazione è stata realizzata con il consenso della Compagnia delle Guide di Chamonix e della Prefettura dell’Alta Savoia.

Qualche settimana più tardi, dopo aver avvisato della sua iniziativa il Sindaco Piellex, le guide e il Péloton de Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM), cioè il Soccorso Alpino francese, Christophe Profit rimuove i picchetti, e fa circolare la relazione della variante, da lui aperta e dedicata all’amico Dedé Rhem, che permette di aggirare quel tratto delle Bosses sul ripido ma più sicuro versante del Grand Plateau e di Chamonix.

Due dei picchetti rimossi sono per qualche metro sul versante italiano, ma il Comune di Courmayeur non interviene mai sulla questione. Invece il battagliero Peillex, noto per le sue battaglie contro le cordate che affrontano la via del Goûter senza prenotazione, denuncia Profit per furto.

Il 5 giugno del 2023 Profit viene condannato in via provvisoria a pagare un’ammenda di 600 euro (l’accusa ne aveva chiesti 4.000), mentre il giudizio definitivo è previsto per l’8 gennaio 2025. Dopo la condanna, Christophe dà le dimissioni dalla Compagnia delle Guide di Chamonix, che non si è schierata dalla sua parte in tribunale.

“Molti colleghi utilizzano la dedé Rhem, molti hanno solidarizzato con me in privato, ma la Compagnia è rimasta sulla sua posizione. Ne facevo parte da 40 anni, andarmene è stato doloroso” racconta Profit ai giornalisti e agli amici.

Profit rilancia e passa all’attacco

Nell’estate del 2024 il sindaco Peillex e le guide di St.-Gervais tornano alla carica, e installano sulle Bosses altri picchetti, stavolta in legno, collegati da una corda fissa. Christophe Profit non ci sta, torna sul Monte Bianco, e rimuove la corda senza togliere o tagliare i picchetti. Poi, invece di attendere una nuova denuncia, passa all’attacco.

Il 16 novembre scorso, dopo essersi consultato con Laurent Thouvenot, suo avvocato e suo compagno di cordata, l’alpinista francese presenta al Tribunale Amministrativo di Grenoble una denuncia urgente contro il sindaco Jean-Marc Peillex.

Stavolta la motivazione è ambientale, perché “dei picchetti piantati illegalmente in un sito naturale d’eccezione possono causare un danno”, e in casi del genere “possono essere prescritte delle misure di conservazione”. Per l’avvocato, “se i picchetti sono ancora lì, essi incitano a percorrere un itinerario certamente pericoloso, mentre invece ne esiste uno più sicuro”.

“La loro presenza – continua Thouvenot – è un sostanziale attacco alla pratica dell’alpinismo, che è inserito nel patrimonio immateriale dell’UNESCO. Si rischia quindi di trasformare il Monte Bianco in un parco giochi messo falsamente in sicurezza”.

La richiesta di Profit e del suo avvocato è di imporre al Comune di togliere i picchetti entro una settimana, pena un’ammenda, in caso di inadempienza, di 100 euro al giorno. In procedimenti di questo tipo, secondo la legge transalpina, i giudizi sono immediatamente esecutivi ma non definitivi, e possono essere modificati in Appello, in Cassazione o addirittura dal Consiglio di Stato.

La posizione di Christophe Profit è in una bella ed esauriente intervista a Sylvie Sanabria, pubblicata da qualche giorno sul sito outside.fr. “D’ora in poi, questa vicenda dei picchetti prenderà una dimensione diversa. Farò quel che posso perché questa battaglia faccia giurisprudenza, e che su una vetta così simbolica non si piantino più delle spine”, spiega Profit.

E’ anche una battaglia per difendere l’alpinismo. Per me è un nuovo impegno, e sono fiducioso e sereno come sul K2. In qualunque modo vada a finire, avrò fatto il massimo, e potrò guardarmi allo specchio fino al mio ultimo respiro”.

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