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Abbassare la montagna: progetto con polemiche in Valbrembana

9 novembre 2005 – "Al lupo, al lupo!" hanno gridato gli ambientalisti quando hanno sentito che il Comune di Sedrina (provincia di Bergamo) intendeva "spianare" una montagna per riordinare il flusso dei venti sul paesello.

 

comuneQualcuno ha parlato di "folle progetto da Guerra fredda". Abbassare una montagna di 25 metri, sfruttando i lavori di una cava, per riportare il sole in quest’angolo di Val Brembana nei gelidi mesi invernali pareva, ai più, un azzardo.  

 

Di tutt’altro avviso l’amministrazione comunale (nella foto il municipio). Che per voce dell’assessore all’Ambiente Orfeo Damiani precisa: "La notizia è stata gonfiata dai giornali. Prima di tutto non si tratta di spianare una montagna, ma di intervenire su una cava che già esiste". "In secondo luogo, la nostra proposta riguarda una variazione dell’espansione di questa cava. L’intervento sarebbe molto limitato, giusto per portare un po’ di luce in più sul paese".

 

In realtà il progetto è vecchio di qualche anno. Riguarda una collina di 450 metri d’altezza sul cui versante sorge già una miniera attiva di cemento. "Abbiamo solo chiesto ai proprietari di scavare verso nord invece che verso sud come succede ora", continua l’assessore. "Il che, oltretutto, ci permetterebbe di salvare un bosco su cui la cava altrimenti andrebbe ad espandersi".

Il territorio di Sedrina è abbarbicato in un’ansa della montagna. La parte destra del borgo resta in ombra per buona parte del giorno. Soprattutto d’inverno.  L’impatto ambientale del nuovo intervento, assicura il Comune, dovrebbe essere minimo. "Per un curioso gioco di luci, lo scavo non si vedrebbe nemmeno", prosegue Damiani. "In compenso, sul paese avremmo qualche ora di luce in più. Il che significa risparmiare sul riscaldamento e sull’illuminazione".

 

Eppure c’è chi ipotizza che l’intervento non sia, diciamo così, del tutto alla luce del sole. "La mia opinione – dice il segretario provinciale della Lega Cristiano Forte – è che gli amministratori non dovrebbero fare l’interesse di pochi". Sullo sfondo, gli interessi della lobby delle cave.  

 

"Speriamo che non abbiano bisogno anche di acqua, altrimenti deviano il corso del fiume", ironizzano gli ambientalisti. Eppure il ragionamento dell’Amministrazione civica, come ama definirsi, pare improntato alla realpolitik: piccolo intervento, grandi vantaggi. Soprattutto se, come sostiene il Comune, si tratterà solo di una "limatina". 

 

A dire il vero, però, in altre regioni il problema è stato risolto in maniera diversa. Per illuminare i versanti in ombra, In Val d’Aosta hanno scelto l’installazione di specchi riflettenti. Mentre "nella civilissima Scandinavia, dove vivono al buio per mesi interi senza tanti problemi – fanno notare gli ambientalisti – nessuno ha mai pensato di deturpare il paesaggio per qualche raggio di sole in più". 

   

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