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“Passi di V”, la roccia dell’Appennino secondo Cristiano Iurisci

La nuova guida dell’alpinista di Lanciano descrive 149 itinerari tra le Marche e il Gran Sasso. Comprende vie classiche e altre sconosciute, e le descrizioni aggiornate delle vie dei Sibillini trasformate dai terremoti

Quanta roccia esiste nel cuore d’Italia? Fino a qualche anno fa, un alpinista residente in Abruzzo, nel Lazio, in Umbria o nelle Marche avrebbe risposto “non molta”, aggiungendo magari un “purtroppo”. 

Lasciando da parte le falesie, che da queste parti abbondano, in passato chi si muoveva su difficoltà classiche (terzo e quarto grado, più qualche passo di quinto come evocato dal titolo) aveva a disposizione soprattutto qualche decina di vie del Gran Sasso, dalla Vetta Occidentale del Corno Grande fino al Corno Piccolo e alle Fiamme di Pietra. Più a nord, la catena dei Monti Sibillini offriva agli appassionati della roccia gli itinerari del Pizzo del Diavolo e poco altro. 

Cristiano Iurisci, alpinista e autore di guide di Lanciano, tra la Maiella e il litorale abruzzese, si dà da fare da anni per ribaltare e arricchire questa immagine. Inizia nel 2006, con un gruppo di amici della zona, individuando e aprendo Oltre il sogno, una via sul “Paretone” delle Murelle, nel cuore selvaggio della Maiella. 

Un itinerario difficile, in ambiente particolarmente severo, ma addolcito da qualche sosta con spit, e certamente più accessibile delle vie aperte sulla stessa parete in solitaria, anni prima, da Giampiero Di Federico. 

Nei primi anni Novanta, con amici abruzzesi e molisani, Cristiano aveva già iniziato a scoprire e a salire goulotte e altre linee invernali sul Matese e sui Monti della Meta, dove grazie alla quota relativamente modesta e al vento che soffia dai due mari il ghiaccio si forma più spesso che sulla Maiella e sul Gran Sasso. 

Oggi Cristiano ha superato i cinquant’anni, si è lasciato alle spalle dei problemi di lavoro e i postumi di un brutto incidente in montagna, e continua a cercare vie nuove sull’Appennino. “Non le ho mai contate, ma tra estive e invernali sono certamente più di duecento” risponde a chi gli chiede una cifra. Grazie a lui, la geografia per gli alpinisti è cambiata. 

Negli anni, Cristiano Iurisci ha pubblicato decine di articoli su siti e riviste specializzate e un piccolo libro di memorie. A far capire per la prima volta la sua passione e il suo impegno, e l’incredibile quantità di giornate che ha trascorso in montagna, è stata però Ghiaccio d’Appennino, una guida pubblicata nel 2012 da Versante Sud.

Nel volume, l’alpinista abruzzese descrive i classici itinerari su neve, ghiaccio e misto del Gran Sasso, dei Sibillini e del Velino, affiancati da un numero impressionante di altre vie in luoghi relativamente accessibili o su pareti gigantesche come la bastionata Nord-est del Sirente. Va da sé che molti di questi percorsi erano nuovi, e spesso erano stati aperti da Cristiano e dai suoi amici.  

La nuovissima Passi di V, appena pubblicata dalle Edizioni Il Lupo di Sulmona, estende l’incredibile lavoro di Cristiano Iurisci alla roccia. Nelle sue 416 pagine (e questo è solo il primo volume!), impaginate fitte fitte, c’è spazio per 149 itinerari di arrampicata, suddivisi tra otto massicci diversi. 

In qualche zona, come l’Appennino umbro-marchigiano, Iurisci si appoggia sulle spalle di generazioni di climber e di alpinisti locali, di cui però è andato a ripetere le vie. Sul Terminillo, che da qualche anno è ricchissimo di sorprese, fa lo stesso con Pino Calandrella, di Leonessa, che da anni apre scova e percorre itinerari sia in estate sia d’inverno.        

Sui Sibillini, martoriati dai terremoti del 2016, Iurisci si è accollato un altro lavoro prezioso, ripetendo le classiche del Pizzo del Diavolo, dallo Spigolo Bafile alla Via Centrale, e scrivendo relazioni aggiornate. Non mancano le placche della Piramide e la labirintica parete del Monte Bove. E’ un invito a tornare a scalare sul massiccio, anche se molti itinerari sono sconsigliati dall’autore a “cordate neofite o dalle capacità tecniche limitate”. 

Il gusto e la capacità di scegliere di Cristiano compaiono con ancora più evidenza sul Gran Sasso, dove si concentrano 84 delle 149 vie della guida. La rassegna include le grandi classiche di media difficoltà del massiccio, dalla SUCAI e dallo Spigolo Sud-sudest del Corno Grande fino alle Spalle, o alle tante vie su ottima roccia, fresche anche ad agosto, della parete Nord del Corno Piccolo.   

Non mancano luoghi nuovi e selvaggi come il Monte La Queglia, nel settore pescarese del massiccio, e inviti a mettere il naso “con juicio” sul Paretone della Vetta Orientale, dove Cristiano suggerisce la Via Jovane-Mario al Secondo Pilastro. Lo stesso vale per i severi Pilastri dell’Intermèsoli e per la wilderness della Nord del Camicia, dove l’autore consiglia ai suoi lettori-alpinisti più esperti due itinerari al margine della grande muraglia.

“Da anni, uno dei luoghi che preferisco al Gran Sasso è l’anfiteatro che ospita ciò che resta del Ghiacciaio del Calderone” spiega Iurisci. “Laudate Madonnina, che ho aperto nel 2022 con due amici, offre 200 metri di arrampicata bellissima, in un ambiente dolomitico, che si completano con l’ultimo tratto della Traversata delle Tre Vette”. 

Mentre il primo volume di Passi di V è già in vendita in libreria e online, Cristiano Iurisci sta lavorando al secondo, che uscirà nel 2025 e avrà più o meno le stesse dimensioni del primo. Oltre alla Maiella, la montagna di casa dell’autore, ci saranno il Velino, il Sirente dove Iurisci ha aperto molte vie, i Prenestini con i loro misteriosi speroni e i Monti Marsicani, cioè il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove restano seri problemi di autorizzazione e di accesso. 

Ma il secondo volume proseguirà verso sud. Oltre i Monti Aurunci e il Matese, verranno descritti i Picentini, i Lattari (cioè le pareti della Costiera Amalfitana) e i Monti Alburni, le “Dolomiti del Sud”, cuore roccioso del Parco Nazionale del Cilento. Cristiano e il suo amico Francesco Raffaele, altro grande esploratore dell’Appennino, sono stati avvistati anche sul calcare di Capri e sulle lunghe creste di lava di Ischia. Gli amanti delle vie lunghe e delle sorprese troveranno pane (e roccia) per i loro denti anche lì.   

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