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Simulazione Usa: Terra “infuocata” nel 2300

3 novembre 2005 – Hanno preso un supercomputer. Lo hanno riempito di dati. E gli hanno chiesto di fare una simulazione su come sarà il pianeta nel 2300. Ebbene, il risultato è stato orripilante. Una catastrofe del genere proprio non se la immaginavano gli scienziati del Lawrence Livernmore Laboratory, in California.

 

terraSecondo il "cervellone", il riscaldamento globale della Terra sarà così alto che vaste aree del mondo risultano letteralmente arrostite dall’effetto serra. I risultati dell’esperimento sono stati appena pubblicato sulle numero di novembre del «Journal of Climate» dell’American Meteorological Society.

 

Per effettuare la simulazione climatica, gli scienziati hanno utilizzato calcolatore del computer BluGene/L, capace di 280 mila miliardi di operazioni al secondo o 280 teraflops, come dicono i tecnici.

 

Applicando sofisticati modelli climatici, gli esperti hanno esteso le previsioni per i prossimi tre secoli. I primi risultati dicono che, se si dovessero usare tutti i combustibili fossili disponibili, la concentrazione di anidride carbonica atmosferica (CO2) passerebbe dall’attuale valore di 380 parti per milione (ppm) a 1423 ppm. E la temperatura media globale aumenterebbe fino a 8°C, passando dagli attuali 16° a 24°centigradi. 

 
 

L’aumento effettivo della temperatura nelle aree polari sarebbe di 20°C. Con la conseguente distruzione totale delle calotte polari e con un innalzamento del livello del mare di circa 7 metri.

 

 

Alle latitudini intermedie, come in Europa per esempio, saremo destinati a "cuocere". Con una decina di gradi di più sia d’inverno sia d’estate. A meno che un’improvvisa instabilità del sistema climatico porti a conseguenze attualmente del tutto inimmaginabili, come per esempio una transizione dal caldo al freddo con l’innescarsi di una nuova glaciazione.

 

Ne capiremo qualcosa in più al convegno internazionale che si svolgerà a Roma il prossimo 16 e 17 novembre. Il gotha degli esperti mondiali parteciperà al summit dal titolo "Le montagne testimoni dei cambiamenti globali. Ricerche in Himalaya e Karakorum: il progetto Share Asia", organizzato dal Comitato Ev-K2-Cnr. 

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